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Mobilità, il futuro è già qui. E lo racconta Fabio Pressi nel suo libro | La presentazione

Il 25 settembre 2025 il Circolo dei Magistrati della Corte dei Conti di Roma ha ospitato uno dei “Cenacoli della Ripartenza” promossi dall’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia. L’occasione è stata la presentazione del volume Mobilità digitale. Una rivoluzione silenziosa nell’epoca delle connessioni forti di Fabio Pressi, amministratore delegato di A2A Mobility e presidente di Motus-E.

I lavori sono stati aperti dal saluto del professor Luigi Balestra, presidente del Comitato di indirizzo dell’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia, e da Nietta Scala, responsabile eventi, che hanno sottolineato l’importanza di momenti di confronto su temi decisivi per il futuro del Paese.

L’incontro, introdotto e coordinato da Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote, ha visto gli interventi di figure di primo piano: Luciana Iorio, presidente del Forum Globale per la Sicurezza Stradale presso la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite; Alberto Viano, presidente di Aniasa e CEO di Unipol Noleggio; Enrico Al Mureden, ordinario di Diritto Civile all’Università di Bologna.

Fabio Pressi ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a scrivere il suo primo libro: «Non ho voluto raccontare solo la mobilità elettrica, ma ripercorrere 35 anni di esperienza dal veicolo autonomo fino alla rivoluzione dei dati e delle connessioni. La mobilità oggi è CASE: Connected, Autonomous, Shared, Electric. Una trasformazione silenziosa che sta cambiando le nostre città e la nostra vita quotidiana».

Luciana Iorio ha posto l’accento sulla prospettiva internazionale: «La mobilità deve essere sicura, sostenibile, inclusiva e socialmente accessibile. Non basta introdurre nuovi veicoli: occorre prima stabilire regole chiare. È l’errore che abbiamo visto con la micromobilità, arrivata prima delle norme».

Alberto Viano ha portato l’esperienza del settore noleggio e sharing: «La mobilità digitale è già realtà quotidiana. Oggi tutte le auto in sharing e la gran parte di quelle a noleggio hanno dispositivi telematici. I dati sono un patrimonio strategico, ma bisogna bilanciare privacy e servizi. La connettività crescerà comunque perché è interesse di costruttori, assicurazioni e regolatori».

Il professor Enrico Al Mureden ha affrontato la questione giuridica: «Il valore non è più solo l’auto ma i dati che essa genera. Il punto non è tanto a chi appartengono, ma come vengono trattati e regolati. Il diritto deve costruire un’infrastruttura invisibile che accompagni queste trasformazioni, garantendo sicurezza ed equità».

Il dibattito ha toccato anche i temi della guida autonoma, dei rischi di oligopolio delle piattaforme, dell’impatto ambientale delle infrastrutture digitali e della necessità di nuove regole. Pressi ha ribadito come «l’auto connessa diventi parte di un’infrastruttura critica, con opportunità ma anche rischi legati a cybersecurity e geopolitica».

L’incontro si è chiuso con una riflessione dell’autore: «Oggi è difficile orientarsi nell’acquisto di un’auto o nella scelta delle tecnologie. La transizione digitale rischia di ampliare le disuguaglianze. Serve chiarezza e un confronto costruttivo per accompagnare i cittadini in questo cambiamento».

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