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Maurizio Ferrera (Corriere della Sera): «La semplificazione della burocrazia avvenga adesso o mai più»

Sul Corriere della Sera Maurizio Ferrera invoca una rapida semplificazione della burocrazia: adesso o mai più. In effetti, prosegue Ferrera, ai primi di luglio il governo di Roma ha varato in pompa magna il Decreto Semplificazioni. Un piccolo progresso, senza dubbio. Che però scalfisce solo i margini di quella montagna di regole e procedure con cui la pubblica amministrazione irrigidisce e rallenta quotidianamente il funzionamento dell’Italia.

Il tempo stringe ed è chiaro che non si può fare in pochi mesi ciò che non si è riusciti a fare in trent’anni. Ma non possiamo più nasconderci dietro alle belle parole. Gli esperti hanno da tempo elaborato accurate diagnosi dei problemi e proposte di soluzione, è urgente fornire subito qualche segnale concreto di cambiamento. Ferrera ne suggerisce due: il nostro Parlamento vara provvedimenti legislativi troppo complessi e soprattutto incompiuti, in quanto necessitano di numerosi atti ulteriori per diventare esecutivi. 

Ciò vale anche, paradossalmente, per il Decreto Semplificazioni. La legge di conversione (approvata ai primi di settembre) prevede una sessantina di provvedimenti attuativi, 1,5 per articolo. Ecco allora un primo possibile segnale: il governo s’impegni a varare tutti questi provvedimenti entro la fine dell’anno.

Il secondo passo deve essere più ambizioso e aggredire l’intera cornice di gestione delle infrastrutture, in particolare quelle co-finanziate dalla Ue. Nel sistema attuale ci sono troppi attori e troppi passaggi, con scadenze indefinite e scarsa attenzione per la sostanza, il monitoraggio, la valutazione dei risultati. In alcune regioni del sud un’iniziativa banale come il restauro di un edificio scolastico a valere su fondi Ue può richiedere fino a cinque anni.

Insomma, troppa legge, poco management. E, nonostante il castello di regole, il sistema tende a generare comunque frodi, molta corruzione e poca imparzialità.

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