“L’approvazione dell’Agenzia europea del farmaco Ema” ai vaccini anti-Covid di Pfizer-BioNTech e Moderna per i bambini da 6 mesi a 5 anni d’età “non è di per sé una raccomandazione all’uso” in questa fascia. “E’ un’approvazione di efficacia del farmaco.
La raccomandazione secondo me va fatta se c’è la necessità. E io, in questo momento, non ravviso la necessità di vaccinare bambini così piccoli.
Bambini che magari si infettano anche, ma non stanno male”. Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commenta così all’Adnkronos Salute il via libera dell’ente regolatorio Ue ai vaccini originali (non aggiornati a Omicron) nei piccolissimi.
I bimbi, riflette l’esperto, “possono trasferire l’infezione in casa, ma abbiamo già visto che questi vaccini non proteggono dall’infezione.
Quindi anche un bambino vaccinato potrebbe trasmetterla in casa. Ecco perché non ha molto senso, a mio avviso, fare il vaccino ai bimbi piccoli in questo momento e in questa fase epidemiologica”.
Oggi, ricorda Clementi, “abbiamo visto un rialzo dei contagi Covid che non ha avuto grande impatto clinico. In futuro andremo avanti a piccole ondate, credo sempre più decrescenti.
E poi ci saranno ritorni a una condizione di bassa infettività. Questo ci dovrebbe accompagnare a una situazione in cui il virus circola solo in determinati periodi dell’anno”.
Alla luce della fase che stiamo vivendo, secondo il virologo “è importante notare questa differenza: mentre nell’anziano e nella persona fragile e con comorbidità un vaccino che ha una protezione dalla patologia ha senso raccomandarlo, in un bambino in questa fase io non vedo la necessità di farlo”.








