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Massimiliano Atelli, Capo Gabinetto Ministero dello Sport: “Oggi sono due le parole fondamentali per affrontare i grandi eventi sportivi: ideazione e programmazione”

Massimiliano Atelli, Capo di Gabinetto del Ministero dello Sport, ha partecipato all’evento “Insieme per il futuro di Roma e del Lazio” organizzato dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 28 maggio 2025 a Roma.

Il dr. Atelli ha portato il suo contributo come relatore al panel: “La visione degli operatori del turismo e le infrastrutture al servizio del turismo (oltre il Giubileo)” moderato dal giornalista de Il Sole 24 Ore Gianni Trovati.

Credo che le parole chiave siano fondamentalmente due oggi, ideazione e programmazione.

Queste due parole devono lavorare in una stretta sinergia tra loro, perché se posso provare a dire meno elegantemente di quanto tu abbia fatto, qual è un po’ la tradizione di approccio al grande evento che ha contraddistinto l’esistenza dei decenni precedenti, in tanti casi, naturalmente generalizzare è sempre sbagliato, quindi non dirò sempre perché non sarebbe vero, è quello fondamentalmente del “poi vediamo”.

“Poi vediamo” non è una ricetta appropriata, non lo è mai stata, tanto meno lo può essere oggi, in un tempo nel quale molte cose sono diverse anche rispetto a un recente passato. Faccio esempi concreti, noi abbiamo alle spalle diverse decine d’anni, in cui rispetto al grande, forse sarebbe più semplice dire il grandissimo evento sportivo a caratura internazionale, c’era realmente una corsa tra paesi, una competizione tra stati sovrani ad aggiudicarsi il diritto di organizzare sul proprio territorio l’evento.

Dopo il caso Grecia, ricordo la Grecia organizza le Olimpiadi nel 2004 e sbaglia significativamente i calcoli, innescando un avvitamento verticale di cui tutti sappiamo e che ha restituito alla fine del percorso una Grecia profondamente diversa dalla Grecia che esisteva fino al 2004.

Dopo il caso Grecia noi abbiamo avuto progressivamente un rovesciamento dello schema, dalla competizione fra paesi per aggiudicarsela a una competizione diciamo molto meno partecipata, in qualche caso quasi non partecipata, ad aggiudicarsi grandi o grandissimi eventi sportivi internazionali. Ora io credo che probabilmente sono sbagliati tutti e due gli atteggiamenti, sia cioè quello che tendeva alla vecchia maniera a pensare che la ricetta appropriata fosse il “poi vediamo”, cioè in qualche modo si scrivevano degli atti di candidatura all’insegna di uno speranzoso ottimismo ma con poca base di calcolo di tipo razionale, quindi poca programmazione, domande di fondo rinviate a un eventuale dopo, cioè destinate ad attualizzarsi solo in caso di aggiudicazione e questo approccio non poteva funzionare e non può funzionare.

Di contro anche l’atteggiamento odierno che è un po’ di fuga e di non competizione tra paesi per aggiudicarsi di grande evento sportivo internazionale non è un atteggiamento strettamente razionale. Può accadere, è possibile che vi siano specifiche situazioni rispetto alle quali una seria opera di programmazione, una seria opera tempestiva soprattutto di rappresentazione anticipata di quello che significa da ogni punto di vista finanziario, infrastrutturale, di gestione dei flussi, organizzare in casa propria un grande evento sportivo internazionale conduca a darsi una risposta di segno negativo, cioè non è il caso di farli, ma questo non può essere una pregiudizione.

Io credo che viceversa la ricetta appropriata sia quella che il governo italiano ha imboccato la scorsa estate approvando una norma di legge, dove istituzionalizza un percorso con cui si fabbricano le catture e che costringe le istituzioni a una accurata rappresentazione anticipata delle cose principali: quanto costa, quante opere occorre fare, quanta infrastrutturazione serve, dove serve, qual è la legacy che non solo credibilmente, ma anche sostenibilmente può rappresentare l’eredità del grande evento.

Credo che questo sia il punto di partenza di ogni ragionamento e quindi mi avvio alla conclusione. Rappresentazione anticipata e accurata che consenta di poter dire abbiamo fatto un serio e credibile lavoro di ideazione del progetto complessivo e di programmazione di tutto l’occorrente, anche dal punto di vista del crono programma. A queste condizioni, più spesso rispetto all’idea di rinunciare al grande evento sportivo internazionale o piuttosto di partecipare alla competizione dove c’è, si può affrontare con serenità la latenza di incognita che comunque c’è in operazioni di taglia non semplicemente grande, ma grandissima.

Come sapete le olimpiadi sono operazioni anche quelle semplicemente invernali che sono di taglia largamente superiore al miliardo, ma anche competizioni internazionali forse di minore popolarità, ma non di minore impegno come i giochi del Mediterraneo sono operazioni che muovono circa mezzo miliardo. Di fronte a tagli di questo tipo occorre ideazione e programmazione all’altezza delle situazioni.

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