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Mara Carfagna (Ministro per il Sud): «Aprile sarà il mese decisivo grazie all’abbassamento della curva e all’arrivo dei vaccini»

Le proteste a Roma di ristoratori e negozianti di due giorni fa “hanno confermato una riflessione che sto facendo già da qualche tempo. Spesso nel Palazzo si guarda alla crisi come ‘dato statistico’, una serie di numeri negli indici del Pil, dei disoccupati, delle aziende in difficoltà. È necessario cambiare sguardo. Quei numeri indicano persone in carne e ossa, i loro progetti spezzati, le loro quotidiane difficoltà: non possiamo liquidare le loro angosce con sufficienza”. Lo sottolinea in una intervista al quotidiano la Repubblica, la ministra per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna.

“So che le persone hanno difficoltà a percepire elementi di speranza, da troppo tempo siamo rinchiusi, molti non ce la fanno più. E tuttavia – sottolinea Carfagna – aprile potrebbe essere il mese decisivo che aspettiamo da tanto tempo. Si incroceranno tre elementi favorevoli: l’esito del lungo lockdown, che dovrebbe abbassare la curva, un consistente arrivo di vaccini, l’aumento delle capacità vaccinali in tutte le Regioni che potrebbe portarci al traguardo delle 500 mila immunizzazioni al giorno. L’indice dei contagi e l’Rt sono già ora in calo quasi ovunque, la prospettiva di uscirne è assai più concreta di quanto non fosse due mesi fa”.

Sulle riaperture e sulla proposta del ministro del Turismo, Garavaglia di riaprire il 2 giugno, Carfagna aggiunge: “prima è, meglio è. Ho trovato molto buona l’idea di Garavaglia di accelerare sul ‘Green Pass’, il passaporto vaccinale che potrebbe davvero aiutare il nostro turismo e specialmente il Mezzogiorno”. Quanto allo stop al blocco dei licenziamenti a giugno e a una sua eventuale proroga fino ad ottobre, per la ministra “è una vicenda che va valutata tenendo conto dei gravi effetti collaterali del blocco: le aziende sono state spinte a concentrare i tagli di personale sui lavoratori a termine, che molto spesso sono giovani e donne. Non possiamo immaginare un Paese dove i settori più fragili paghino conto doppio”

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