“Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è incrementato di 2,4 milioni di euro per l’anno 2026 e 2,65 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.”
È quanto emerge dall’articolo 62 della bozza del Ddl Bilancio visionata dall’Adnkronos Salute.
La premier Giorgia Meloni, venerdì scorso al termine della conferenza stampa di presentazione del Ddl, parlando delle risorse per la sanità ha sottolineato:
“Per il 2026, oltre ai 5 miliardi già previsti, ci saranno ulteriori 2,4 miliardi di aumento sul Fondo sanitario nazionale che quindi dal 2025 al 2026 aumenta di 7,4 miliardi.”
Scorrendo la bozza, l’articolo 63 prevede un aumento di risorse per la prevenzione:
“238 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026, destinati al rafforzamento degli interventi come: potenziamento dello screening mammografico per il tumore della mammella, allo scopo di estenderlo alle donne di età compresa tra 45 e 49 anni e tra 70 e 74 anni; potenziamento dello screening per il tumore del colon-retto, allo scopo di estenderlo alle persone di età compresa tra 70 e 74 anni; prosecuzione del programma di prevenzione e monitoraggio del tumore polmonare.”
Si prevede inoltre una spesa di:
“1 milione di euro annui a decorrere dall’anno 2026 finalizzata alla realizzazione, da parte del ministero della Salute, di apposite campagne di comunicazione istituzionale sulla prevenzione.”
L’articolo 64 evidenzia che:
“Al fine di garantire gli obiettivi e le azioni strategiche di intervento previste nel Piano nazionale di azioni per la salute mentale 2025-2030 (Pansm 2025-2030) necessarie per potenziare e qualificare l’assistenza integrata a tutela della salute mentale della persona accompagnandola in tutto il ciclo della propria vita, a decorrere dall’anno 2026 una quota del fabbisogno sanitario nazionale standard, pari a 80 milioni di euro per l’anno 2026, 85 milioni di euro per l’anno 2027, 90 milioni di euro per l’anno 2028 e 30 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029, è destinata all’implementazione e al potenziamento delle strategie e delle azioni per prevenzione, diagnosi, cura e assistenza definite negli Obiettivi del medesimo Pansm 2025-2030.”
La farmacia dei servizi torna d’attualità e viene rafforzata. Le croci verdi potranno fornire una serie di servizi sanitari e socio-sanitari già previsti da leggi precedenti, ma finora attivati solo in via sperimentale o con progetti locali. Le strutture però dovranno essere autorizzate e accreditate come avviene per tutte le altre strutture sanitarie, in modo da garantire standard di qualità, sicurezza e formazione del personale.
“Le farmacie pubbliche e private operanti in convenzione con il Servizio sanitario nazionale sono riconosciute come strutture eroganti prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, e per questa finalità nell’ambito del fabbisogno sanitario standard è vincolata una quota pari a 50 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.”
Sul fronte della retribuzione del personale sanitario, l’articolo 68 dedicato all’indennità prevede:
“Un aumento delle risorse per il 2026 per la dirigenza medica e veterinaria dipendente: da 327 milioni a 412 milioni di euro dal 2026.
Per gli infermieri si passa da 285 a 480 milioni.
Per la dirigenza sanitaria non medica sono previsti 13,5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.
Per i dipendenti delle aziende e degli enti del SSN appartenenti alle professioni sanitarie ci sono 208 milioni di euro annui a decorrere dal 2026.”
Le Regioni e Province autonome possono:
“Incrementare, a valere sul livello di finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato per l’anno 2026, la spesa per prestazioni aggiuntive dei dirigenti medici e del personale sanitario del comparto sanità dipendenti di enti e aziende nel limite degli importi lordi indicati, pari complessivamente a 143.500.000 euro, di cui 101.885.000 euro per i dirigenti medici e 41.615.000 euro per il personale sanitario del comparto sanità.”
La legge di Bilancio prevede inoltre:
“La riduzione delle liste di attesa, nonché il rispetto dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie.
Per far fronte alla carenza di personale sanitario, nell’anno 2026 è autorizzata l’assunzione, da parte delle aziende e degli enti dei rispettivi servizi sanitari regionali, di personale sanitario a tempo indeterminato in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia, nel limite di spesa complessivo di euro 450 milioni annui a decorrere dall’anno 2026.”
Le Regioni possono anche:
“Incrementare i valori di spesa sino al 3% dell’incremento del Fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente.”
Rispettato l’impegno per l’aumento, a decorrere dall’anno 2026, del tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti, incrementato dello 0,2%. Anche per il tetto della spesa farmaceutica convenzionata c’è un incremento dello 0,05%.
Per la spesa per l’acquisto dei dispositivi medici, articolo 79, si alza il limite nazionale portandolo al 4,6%, riconoscendo che i costi e il fabbisogno di dispositivi medici sono cresciuti negli ultimi anni anche a causa dell’innovazione tecnologica e del rinnovo delle attrezzature ospedaliere.
Il Ddl prevede all’articolo 80 le disposizioni sui limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati:
“Il limite di spesa è ulteriormente incrementato di 1 punto percentuale a decorrere dall’anno 2026, fermo restando quanto previsto dall’articolo 1, comma 174, della legge 30 dicembre 2004, n. 311.”
Anche la sanità digitale ha uno spazio di risorse. L’articolo 82 prevede:
“Per assicurare la continuità assistenziale nell’ambito dell’Unione europea mediante la realizzazione di infrastrutture che prevedono appositi servizi di scambio transfrontaliero e consentono la traduzione e lo scambio delle ricette elettroniche, del profilo sanitario sintetico, dei documenti clinici originali, dei referti di laboratorio, delle schede di dimissione ospedaliera e dei referti di diagnostica per immagini, tramite il Sistema tessera sanitaria, è autorizzata la spesa di euro 985.222 per l’anno 2026, di euro 793.000 annui a decorrere dall’anno 2027.”
L’articolo 85 è dedicato al potenziamento dei servizi di telemedicina:
“Al fine di garantire l’omogeneità a livello nazionale e l’efficienza nell’attuazione delle politiche di prevenzione e nell’erogazione dei servizi sanitari erogati mediante l’impiego dei servizi di telemedicina, all’Agenas, in qualità di Agenzia nazionale per la sanità digitale (Asd), è assegnata la somma di 20 milioni di euro per l’anno 2026 da impiegare per il potenziamento e l’efficientamento dei servizi di telemedicina mediante l’implementazione di procedure finalizzate a dotare i professionisti sanitari di dispositivi medici idonei a garantire l’adeguato monitoraggio dei pazienti, nonché a favorire l’implementazione omogenea dei percorsi di telemedicina.”