Manovra 2026 da 16 miliardi di euro: 5 miliardi per il lavoro e il fisco; 3,5 per la sanità; 3 per le imprese; 2 per gli investimenti pubblici; 1 per le famiglie e 1,5 per riserve tecniche.
È questa la distribuzione delle risorse alla base della prossima legge di bilancio, nel pieno rispetto del limite europeo di crescita della spesa netta fissato all’1,6% nel 2026, così come indicato nel Documento programmatico di finanza pubblica 2025.
È quanto emerge da un’analisi del centro studi di Unimpresa.
Secondo lo studio, il governo conferma il taglio del cuneo fiscale e la riforma Irpef per il lavoro, il rafforzamento del Fondo sanitario nazionale e la riduzione delle liste d’attesa nella sanità, oltre a nuovi fondi per la Transizione 6.0, la nuova Sabatini e il Fondo Pmi a sostegno della competitività.
Due miliardi andranno a infrastrutture e digitalizzazione, un miliardo a famiglie e natalità con l’assegno unico universale e il bonus nidi, mentre 1,5 miliardi saranno accantonati per coperture e riserve di bilancio.
Il governo prevede di impiegare 5 miliardi di euro per lavoro e redditi, confermando il taglio del cuneo contributivo per i redditi medio-bassi, la riforma Irpef a tre aliquote e i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego.
Alla sanità e al welfare saranno destinati 3,5 miliardi, con l’aumento del Fondo sanitario nazionale, misure per la riduzione delle liste d’attesa, il potenziamento del personale sanitario e il completamento dei progetti di telemedicina e medicina territoriale.
Altri 3 miliardi finanzieranno imprese e competitività, con incentivi per la Transizione 6.0, la nuova Sabatini, il fondo di garanzia Pmi e agevolazioni per investimenti in digitalizzazione e intelligenza artificiale.
Saranno inoltre stanziati 2 miliardi per investimenti pubblici e cofinanziamento del Pnrr, destinati a infrastrutture, energia e digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Un ulteriore miliardo sarà rivolto a famiglie, natalità e istruzione, con il rafforzamento dell’assegno unico universale, il rifinanziamento del bonus asili nido e l’estensione delle deduzioni per le spese scolastiche.
Infine, 1,5 miliardi saranno accantonati per riserve e coperture tecniche, da utilizzare in caso di imprevisti di spesa o adeguamenti europei.
Nel complesso, la manovra pari a 0,7 punti di Pil sarà totalmente autofinanziata, senza scostamenti di bilancio né nuove imposte, e rispetterà il limite di crescita della spesa netta (+1,6% nel 2026).
Il quadro di finanza pubblica resta invariato: deficit al 2,8% del Pil, saldo primario in miglioramento di 0,4 punti, debito in calo al 133,5% e spesa per interessi stabile al 4% del Pil (circa 93 miliardi di euro).
Le coperture deriveranno da revisione della spesa, razionalizzazione delle agevolazioni fiscali e maggiore efficienza della riscossione.








