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Macron evoca lo sconto diretto con la Russia: ecco perché | L’analisi di Alessandro Campi

Sul Messaggero Alessandro Campi analizza le ragioni che hanno portato il presidente francese Macron a evocare uno scontro diretto con la Russia.

“L’impressione – scrive Campi – è che le sue parole siano state stimolate da un misto di nervosismo politico, di ambizione politica e di mal celata paura del futuro.

Il primo punto è dovuto a questioni interne: il suo consenso non è mai stato così basso.

I sondaggi, in vista del voto europeo di giugno, danno il suo partito al di sotto del 20%, con la destra lepenista avanti di quasi dieci punti.

Quanto all’ambizione essa nasce da due fattori.

Il primo è la solita pretesa dei capi di Stato francesi a considerare la Francia un membro del club ristrettissimo delle grandi potenze, pretesa ormai ingiustificabile nel mondo di oggi.

Il secondo fattore ha a che fare col vuoto di guida politica che si è creato in Ue dopo l’uscita di scena di Angela Merkel.

Macron ambisce evidentemente a colmarlo.

Ma la sua aspirazione a ritagliarsi un ruolo nei libri di storia rischia di rovinare quanto c’era di buono nel suo antico disegno politico, ad esempio la difesa dell’unità dell’Europa contro il particolarismo nazionalista.

Con le sue sortite solitarie, infatti, è lui per primo a mettere in difficoltà il tentativo dell’Europa di avere una strategia unica.

Resta l’ultimo punto, in effetti il più serio.

Macron è un leader preoccupato e impaurito, la cui apparente aggressività nasce dal timore per un futuro politico quanto mai pieno di incognite.

Teme, giustamente, il vuoto di leadership che la crisi interna agli Stati Uniti sta creando nel mondo delle grandi democrazie occidentali.

In questo caso le sue parole rappresentano un invito politico doppio: ai partner Ue affinché si assumano le loro responsabilità sino in fondo; all’alleato americano affinché non rinunci ai suoi storici vincoli di lealtà e collaborazione con i Paesi ai quali è storicamente legato da una comunanza profonda di valori e ideali”.

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