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Ma è vero che l’Europa deve aumentare le spese militari? | L’analisi di Carlo Cottarelli

Su Repubblica Carlo Cottarelli si chiede se sia necessario per l’Europa aumentare le spese militari come richiesto da Trump.

Il quale ha parlato del 5%, quando neppure gli Stati Uniti stanno a quel livello (nel 2024 erano al 3,4%).

Ma di fronte alla pressione americana, si parla di almeno il 3% per il nostro continente. Ha senso?

Nel 2024 la Russia aveva 146 milioni di abitanti (in declino da cinque anni) e un Pil di 6,9 trilioni di “dollari internazionali” (ossia a tassi di cambio a parità di potere d’acquisto, che tengono conto del minor costo della vita in Russia rispetto all’Europa, rendendo più adeguato il confronto).

La Russia sarà pericolosa, ma è piccola rispetto all’Ue, che ha una popolazione 3 volte più grande e un Pil 4 volte più grande.

Secondo il Sipri di Stoccolma, la Russia nel 2023 spendeva il 5,9% del Pil per la difesa (dire, più propriamente, per l’attacco), un valore molto più alto del 4% mantenuto prima dell’invasione dell’Ucraina.

Questo equivale a circa 400 miliardi, in dollari internazionali. Il nostro 1,9% equivale a 530 miliardi (sempre in dollari internazionali), un terzo in più (a scanso di equivoci, se facessimo il confronto col Pil a tassi di cambio correnti il nostro vantaggio sarebbe ancora più alto, visto che il Pil UE a tassi correnti è quasi nove volte più alto di quello russo).

Ora, perché mai abbiamo bisogno di una spesa del 3% del Pil quando l’attuale livello di spesa (1,9%) è già di un terzo maggiore di quello russo, che è, fra l’altro, già gonfiato dallo sforzo bellico?

Certo la Russia ha un vantaggio. Ha un unico esercito, mentre nell’Ue ne abbiamo 27 da coordinare.

Ma se non possiamo avere un esercito comune, conclude Cottarelli, per lo meno facciamo uno sforzo senza precedenti per un migliore coordinamento e forse allora non dovremo spendere il 3% del Pil per fronteggiare l’orso russo, che non è più quello di una volta.

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