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L’USA ha aiutato Kiev molto più di quanto sappiamo | L’analisi di Marino Longoni

Una approfondita inchiesta pubblicata dal New York Times, frutto di indagini sul campo e di oltre 300 interviste ha svelato aspetti inediti della collaborazione americana a sostegno di Kiev, che si è rivelata essere ben più approfondita rispetto a quanto era emerso finora”.

Marino Longoni su Italia Oggi analizza la situazione: “In pratica – riferisce Longoni – nella Base Nato di Wiesbaden si è creato un gruppo di comando composto da generali Usa e ucraini che ha gestito gran parte delle operazioni belliche”.

La strategia americana è sempre stata quella di mantenere un profilo più basso possibile, per evitare ritorsioni russe, ma il contributo dato alla resistenza è stato determinante, non solo per quanto riguarda la fornitura di materiale bellico”.

Decisivo è stato infatti l’apporto dell’intelligence, che, operando dietro le quinte non si è limitata a fornire le immagini satellitari ma ha fatto uso di droni di sorveglianza, intercettazioni telefoniche e persino analisi dei movimenti di truppe russe basate su fonti aperte e segrete”.

Informazioni trasformate in elenchi di obiettivi specifici, come comandanti russi o depositi di carburante che gli ucraini potevano colpire con precisione chirurgica. In alcuni casi, gli americani hanno fornito dati così dettagliati da consentire l’eliminazione di generali nemici”.

Se la strategia di Biden, portata avanti quasi in punta di piedi, è stata quella di permettere agli ucraini di resistere ad un esercito molto più preparato e meglio rifornito, ed è stata tutto sommato efficace – spiega Longoni – con l’avvento di Trump le cose sono cambiate radicalmente”.

Zelensky ora sa che l’appoggio americano, pur essendo assolutamente indispensabile, non è più incondizionato, ed anzi potrebbe richiedergli sacrifici, come l’accordo sulle terre rare o la cessione di territori, che con la precedente amministrazione non erano prevedibili”.

E se anche con Biden non sono mancati contrasti a causa delle diverse strategie dei due comandi americano e ucraino, più orientato il primo ad indebolire la Russia nel lungo termine, più bisognoso il secondo di sbandierare successi che tenessero alto il morale della nazione, le divergenze con l’amministrazione Trump sono molto più marcate e potrebbero portare ad esiti imprevedibili del conflitto”.

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