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L’Unione Europea ha bisogno di banche più forti | L’analisi dell’economista Ignazio Angeloni

“La priorità è rafforzare le banche su base europea, non difendere gli interessi nazionali.

Oggi l’Italia può giocare un ruolo chiave, ma deve guardare in ottica transnazionale”.

Guardando al risiko bancario che sta caratterizzando gli ultimi mesi, Ignazio Angeloni ha pochi dubbi su quali siano i vantaggi di più aggregazioni fra realtà di nazioni diverse.

In un’intervista alla Stampa l’economista ed ex membro del consiglio di Sorveglianza della Banca centrale europea (Bce) riflette sul futuro del sistema che ha bisogno di più potenza di fuoco.

La mossa di UniCredit su Commerzbank prima, poi quella sul Banco Bpm dopo.

Infine il Crédit Agricole “sono sviluppi potenzialmente molto positivi.

Il sistema bancario si sta muovendo: l’aumento della redditività iniziato un paio di anni fa, con il ritorno dei tassi di interesse su livelli più equilibrati e sostenibili, ne ha creato le condizioni.

L’Italia è al centro di questi movimenti, sia per l’interesse intrinseco del mercato italiano data l’abbondanza di risparmio, sia soprattutto perché le banche hanno fatto un enorme lavoro di risanamento negli ultimi dieci anni, inizialmente sotto la spinta della nuova vigilanza europea e poi anche in modo autonomo”.

“Oggi gli istituti italiani possono essere protagonisti sia attivi sia passivi di aggregazioni che, se gestite bene, rafforzeranno il sistema italiano ed europeo.

Tutto questo sollecita una maggiore responsabilità della politica, che deve evitare tentazioni protezionistiche, e dei regolatori, che devono saper cogliere quella che è un’occasione unica per rendere il sistema bancario europeo più forte e concorrenziale”, spiega.

Secondo Angeloni “l’ipotetico “terzo polo” costituito dalla eventuale combinazione di Bpm e Mps sarebbe comunque di dimensione molto ridotta rispetto alle due banche maggiori; quindi non cambierebbe in maniera sostanziale la geografia concorrenziale del nostro sistema.

E inoltre, anche in assenza di tale combinazione, esistono comunque diverse banche che fanno concorrenza alle due maggiori nei segmenti retail e nelle aree economicamente più forti del Paese”.

Sull’utilizzo del Golden power dopo la mossa di UniCredit su Bpm evocato dal governo italiano, Angeloni dice: “Non sono un giurista, ma non mi pare che lo sia, sia perché la transazione Unicredit-Bpm non coinvolge asset strategici dello Stato italiano (a parte, in modo del tutto indiretto ed eventuale, Montepaschi), né interessi particolari del Paese che possono essere messi a rischio da quella mossa sia perché non ci sono soggetti esteri coinvolti”.

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