“La strada italiana per una maggior crescita dipende dalle modalità di attuazione del Pnrr, non è quella della spesa in deficit”.
È quanto sottolinea Luigi Paganetto, professore di Economia Europea a ‘Tor Vergata’ in un’intervista con l’Adnkronos, sottolineando che “se vuole tornare a tassi di pil più sostenuti deve applicare il Pnrr guardando alla produttività degli investimenti”.
La contrazione del pil stimata da Ref Ricerche (+0,5% nel 2024 dal precedente +0,8%) “non è una novità”, visto che anche “la Commissione Ue e il Fmi hanno tagliato le loro stime” portandole rispettivamente a +0,8% e +0,7.
“La questione di fondo è che il problema non riguarda solo Italia ma riguarda l’Europa” e soprattutto la Germania perché dopo una fase di crescita caratterizzata da un “basso costo dell’energia e un export che ha goduto del mercato cinese ” siamo entrati in una fase nella quale “queste due condizioni sono venute a mancare”.
A questo bisogna aggiungere che “gli Usa con l’Inflaction Reduction Act ha investito 500 mld in innovazione mentre noi siamo in ritardo”.
Adesso per Paganetto i nodi vengono al pettine.
“L’Italia che aveva potuto godere dello stop alle regole di Maastricht ha usato il margine di manovra per fare un’operazione irragionevole come il superbonus al 110% che ha dato molta spinta all’economia ma creato serie difficoltà di finanza pubblica”.
Ora, osserva l’economista, “con il ritorno delle regole del Patto Ue il governo non ha fatto male a fare una manovra realista, che intende ottenere la fiducia dei mercati” ma viste anche le nuove tensioni geopolitiche in Medio Oriente “poco fa sperare in un miglioramento della crescita”.
È per questo che oggi “la strada per tentare di riprenderci rimane che ci piaccia o no il ‘Pnrr”, afferma l’economista.
“C’è possibilità di ripresa se riusciamo ad usare il Pnrr per aumentare la produttività, ma – conclude – dipende come riusciremo ad applicarlo, la risposta è là”.








