“La globalizzazione e le riforme orientate al mercato hanno sollevato milioni di persone dalla povertà in molte aree del mondo. Istituzioni forti e aperte, partnership solide e flussi commerciali, finanziari e di idee potenziati possono offrire enormi opportunità per migliorare il benessere economico di molti altri milioni di persone. Ora è il turno dell’Africa”.
Così il direttore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini, durante la conferenza Agorà “Africa Growth and Opportunity: Research in Action”, a Palermo.
“Le immense risorse umane, naturali e imprenditoriali del continente possono e devono essere sfruttate” – prosegue –. Non ne ho parlato finora, ma prima di concludere il mio intervento mi sento in dovere di ricordare che in diversi paesi africani le guerre civili e i conflitti interni continuano a causare enormi sofferenze umane e sociali”.
Conflitti che per Signorini “rimangono una delle principali cause della stagnazione economica, della fragilità istituzionale e del rallentamento dei processi di riforma, con gravi ripercussioni negative sui paesi vicini”.
“Possiamo solo sperare che questi trovino presto una soluzione pacifica, mentre un progresso economico e sociale sostenuto potrà, col tempo, contribuire a rendere meno probabile il ripetersi di tali tragedie”.
“Nonostante tutte le difficoltà, le istituzioni multilaterali rimangono un fattore chiave” – sottolinea Signorini –. Esse devono riformarsi e diventare più mirate, focalizzate ed efficienti. Allo stesso tempo, con l’aumento delle tensioni globali e, purtroppo, dei conflitti armati, i partenariati internazionali e regionali ben progettati rappresentano una promessa significativa per la creazione di ulteriori canali efficaci per lo sviluppo”.
“Una macroeconomia stabile, istituzioni aperte e responsabili e il prevalere dello Stato di diritto possono aiutare a mobilitare risorse, da investitori privati, donatori e fonti ufficiali” – evidenzia –.
“Il fatto che molti paesi in via di sviluppo abbiano superato le ultime crisi finanziarie molto meglio rispetto alle precedenti ha dimostrato che le riforme pagano”.
“Affinché la cooperazione internazionale possa realizzarsi, il punto di partenza è la comprensione reciproca, al di là delle differenze geografiche e culturali”, conclude il direttore generale.








