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Luigi Federico Signorini, DG Banca d’Italia: “L’eurozona deve compiere ancora un passo avanti per l’unione bancaria” | L’intervento

Signorini-02102025

Il 2025 sarà ancora di “passaggio” ma per i prossimi due anni le nubi potrebbero tornare ad addensarsi sul comparto bancario italiano, mettendo fine a quella situazione positiva che ha permesso loro di realizzare forti utili negli ultimi anni.

Il caveat arriva dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli, nel suo intervento alla giornata del credito, secondo cui gli istituti di credito dovranno scontare le difficoltà delle aziende colpite dai dazi americani, tassi di nuovo in calo e minori utili da commissioni.

Benchè non ne parli, le parole del presidente dell’associazione bancaria giungono quando il governo è impegnato a varare la manovra nella quale, secondo alcuni settori della maggioranza, dovrebbe esserci un contributo straordinario da parte del comparto bancario.

Contributo che potrebbe concretizzarsi in un nuovo rinvio dei crediti fiscali (Dta) vantati dagli istituti di credito, i quali così non potrebbero far affidamento su tali risorse nel momento in cui, appunto, il contesto favorevole sta cambiando.

“In queste settimane iniziano a vedersi gli effetti dei dazi” sull’export e le imprese, è il ragionamento di Patuelli, “e se ci sono rischi di crisi per le imprese, conseguentemente anche le banche ne potrebbero e ne potranno soffrire”.

Non durerà in eterno inoltre la crescita degli indici di Borsa, mentre sul fronte monetario, dopo anni di tassi a zero e un picco che ha portato in alto il margine di interesse e quindi gli utili, sono arrivati otto tagli consecutivi che potrebbero ulteriormente estendersi.

Peraltro le banche italiane ed europee dovranno fare i conti con la volontà degli Stati Uniti di rinviare o tornare indietro sulle regole internazionali nate sull’onda della crisi finanziaria, alterando così la concorrenza.

Una preoccupazione avanzata anche dal direttore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini, il quale rileva che “quando comincia ad affievolirsi il ricordo delle sue conseguenze nefaste” si porta a “sottostimare i rischi potenziali e dimenticare i benefici a lungo termine di una regolamentazione adeguata”.

Il dg ha ricordato come due dei più gravi episodi di crisi siano arrivati proprio dagli Usa (banche regionali e la Silicon Valley Bank), dove la vigilanza non ha voluto o saputo applicare le norme più severe adottate invece in Europa.

E però, ha rilevato Signorini, l’Eurozona deve compiere un ulteriore passo avanti nel completare l’unione bancaria.

“L’obiettivo è abbattere le residue barriere alle attività transfrontaliere” delle banche.

Tra i punti ancora “irrisolti”, oltre a un quadro più efficace di gestione delle crisi delle banche di piccole e medie dimensioni, “vi è anche l’annosa questione di un sistema comune di garanzia dei depositi”.

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