“Sulla linea dell’Alta velocità Napoli-Bari non ci sono ritardi rispetto alle previsioni e, anche dal punto di vista delle risorse da investire per la realizzazione dell’opera, non ci saranno particolari scostamenti rispetto alle cifre previste”.
Ad assicurarlo è il direttore Investimenti di Rfi, Lucio Menta, a Napoli per un convegno organizzato dall’Acen.
“Sulla Napoli-Bari i cantieri sono in avanzata fase di realizzazione – argomenta – già da quest’anno cominciamo ad attivare le prime tratte, sul finire dell’anno cominceremo con la Cancello-Frasso e, nei primi mesi dell’anno prossimo, con la Napoli-Cancello, che creerà l’interconnessione tra Napoli e la stazione di Afragola, che rappresenterà un importante hub intermodale”.
Nel 2026 saranno poi attivate le restanti tratte, la Frasso-Telese e la Telese-Vitulano.
“La tratta di valico appenninico – precisa Menta – che è quella più difficile da realizzare per il contesto orografico e per le importanti sfide ingegneristiche, è in corso di realizzazione e contiamo di completarla entro il 2028. Nonostante alcune difficoltà incontrate, come quelle sulla Apice-Irpinia, non ci saranno ritardi rispetto alle previsioni”.
In termini di investimenti, “siamo in linea con i costi di previsione – sottolinea Menta – ovvero sei miliardi di euro complessivi. Abbiamo avuto delle difficoltà che hanno incrementato leggermente la cifra, ma siamo in questo ordine di grandezza e non abbiamo particolari scostamenti”.
Menta ricorda poi che, nella rimodulazione del Pnrr, “è stato previsto che la tratta Apice-Irpinia venisse trasformata in ‘parti d’opera’. Sono state rimodulate le varie tratte per tenere conto delle esigenze, in negativo dove ci sono state problematiche, e in positivo dove siamo riusciti a far capire il differente finanziamento delle tratte”.
Nell’ambito di questa operazione, che tiene conto della scadenza ravvicinata dei fondi Pnrr, “la rimodulazione è stata inserita nella Napoli-Cancello e nella Cancello-Frasso, che precedentemente erano state espunte, perché avevano finanziamenti sempre di natura europea, che finanziavano però solo il 50%. Sull’Apice-Irpinia abbiamo convenuto con il ministero delle Infrastrutture, che lo ha condiviso con l’Ue, di rimodularla per parti d’opera complete, quindi per esempio parti di galleria completate”.








