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Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Société Générale: “Senza recessione è difficile fermare i prezzi” | Lo scenario

Siamo verso la fine dei rialzi dei tassi, “ma serve ancora uno sforzo”.

L’inflazione “scende troppo lentamente.

È prevista arrivare al 2% solo nel 2025, che è troppo lontano nel tempo e pesa troppo sui redditi delle famiglie e sui consumi, per cui bisogna intensificare la restrizione monetaria e aumentare ancora i tassi d’interesse.

Questo è il caso anche di altre banche centrali, non solo di quella europea”.

Lo dice in un’intervista a La Stampa Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Société Générale ed ex membro del Board della Bce.

“L’inflazione è una tassa costante, sui redditi e sui consumi.

È difficile ridurla senza una contrazione economica, ossia una recessione – spiega -, che tuttavia sarebbe temporanea e durerebbe qualche trimestre.

Prima si affronta il problema e prima si torna ad una situazione di stabilità dei prezzi e si potrà di nuovo ridurre i tassi d’interesse”.

La decisione “su quando smettere di far salire i tassi sarà importante – aggiunge – e si può commettere l’errore sia di smettere troppo presto, il che farebbe magari ripartire i prezzi con una perdita di credibilità, sia troppo tardi, il che aumenterebbe i costi della stretta”.

La domanda sostenuta di servizi, “in particolare nel turismo, sostiene l’economia italiana ma contribuisce a mantenere l’inflazione elevata – osserva -.

Si vede infatti che da noi l’inflazione scende più lentamente che in altri Paesi.

Ciò significa che la restrizione monetaria durerà più a lungo”.

Mantenere “una inflazione elevata per paura di una recessione non fa che aggravare il problema, perché diventa poi molto più difficile sradicare le aspettative di inflazione – osserva -.

Criticare la Bce perché rischia di provocare una recessione significa accettare i costi di una tassa d’inflazione elevata per molti anni”.

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