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Loredana De Petris e Federico Fornaro (Presidenti gruppi parlamentari LeU): «Recovery Plan, presentate al premier le proposte di Liberi e Uguali»

«Abbiamo presentato al Presidente del Consiglio le osservazioni e le proposte di Liberi e Uguali per il Recovery Plan italiano. Nel documento abbiamo ritenuto fondamentale riaffermare che i fondi destinati alla Sanità, pari ad appena 9 miliardi, sono largamente insufficienti, anche tenendo conto di alcuni programmi trasversali». Lo affermano i Presidenti dei gruppi Parlamentari di LeU Loredana De Petris e Federico Fornaro.

«Il Servizio sanitario nazionale», sottolineano, «ha per noi un’importanza strategica decisiva. È quindi necessario l’investimento di ben più ampie risorse soprattutto sul fronte dell’assistenza di prossimità e della medicina territoriale. Salute, quindi, ma anche ambiente, infrastrutture sociali, istruzione e ricerca, mobilità sostenibile e mezzogiorno gli assi portanti delle nostre priorità». 

«L’intero impianto del programma Next Generation Eu» proseguono i due capigruppo «lega la crisi sociale e quella ecologica. È dunque necessario abbandonare l’impostazione micro-progettuale per adottare una visione complessiva, quella che papa Francesco ha definito “Ecologia integrale”, rifiutando quindi qualsiasi operazione di greenwashing e di dispersione delle risorse in microprogetti. Nel documento, oltre ad aver segnalato l’inadeguatezza di alcuni dei progetti proposti, chiediamo la revisione, non più rinviabile, degli obiettivi del PNIEC, investimenti massicci in idrogeno verde e non blu, impegno a un uso solo residuale del gas come risorsa energetica».

«Sono urgenti poi maggiori investimenti nella forestazione urbana e nell’economia circolare, nonché la transizione energetica dell’edilizia residenziale pubblica per consentire una maggiore equità sociale. Gli obiettivi di mitigazione della crisi climatica e ambientale necessitano altresì di investimenti per agricoltura e mobilità sostenibili», proseguono.

«Riteniamo un errore grave e da correggere il non aver considerato le infrastrutture sociali come asse strategico. Si tratta infatti di un intervento decisivo per garantire la terza linea strategica del NGEU, quella dell’inclusione sociale. Altrettanto inspiegabile è poi la quasi scomparsa dalla bozza degli investimenti volti a colmare il divario tra il Sud e il resto d’Italia, tra i principali destinatari dei 209 miliardi del PNNR».

«È infine necessario», concludono i presidenti dei gruppi di LeU, «investire nel potenziamento della didattica e nel diritto allo studio in favore dei redditi più bassi e rafforzare la ricerca pubblica».

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