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L’ordine mondiale in crisi | L’analisi di Sabino Cassese

Sul Corriere della Sera, Sabino Cassese si interroga sulla crisi dell’ordine mondiale e si chiede se ne stia nascendo uno nuovo.

Ma per avviare una riflessione su questi grandi interrogativi – avverte – bisogna mettere insieme sistemi politici nazionali e ordini giuridici sovranazionali, e capire quello che sta accadendo sotto i nostri occhi.

Comincia dall’Onu, istituita da cinquanta Stati ottant’anni fa: ha quindi una vita di tre volte più lunga della Società delle Nazioni, che l’ha preceduta. È più un forum di discussione che un organismo di decisione.

Ha avuto successo nei compiti secondari, quali decolonizzazione, tutela dei diritti umani, sanità, cultura, iniziative per il clima, ma non è riuscita a realizzare lo scopo principale, quello di mantenere la pace, come si è visto a Gaza.

Non stanno meglio gli altri grandi organismi sovranazionali, come Nato e Ue.

Nel mondo, intanto, crescono altre alleanze come l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), una grande organizzazione euroasiatica che raccoglie il 42% della popolazione mondiale e il 27% del prodotto interno lordo.

Avviata nel 1996 e costituita nel 2001, ha dato prova di recente, in Cina, della sua coesione.

Infine, nel mondo si riaffacciano i protagonisti di una volta: le grandi potenze statali, che fanno valere la forza in luogo dell’ordine e che erigono barriere dove si cercava di abbatterle.

Il Paese che ha insegnato la democrazia al mondo, gli Stati Uniti, sta vivendo una torsione autoritaria non ignota alla sua storia – si pensi al presidente Andrew Jackson nella prima metà dell’Ottocento, al maccartismo tra il 1950 e il 1955 e alla “presidenza imperiale” (una critica all’espansione del potere esecutivo statunitense) studiata dallo storico Schlesinger Jr. nei primi anni Settanta.

Questa non è la fine della storia.

La disgregazione dell’ordine mondiale non è irreversibile, ma comporta una ridefinizione dei ruoli.

Il futuro dipende anche dalla capacità di comprendere quello che sta accadendo, i punti di forza e quelli di debolezza.

Lo storico dell’antica Grecia Polibio insegna che nella storia vi sono cicli, sviluppi e regressioni.

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