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Lo studio sullo smart working della Bcg in Usa, Germania e India: aumento della produttività fino al 75%

Il Covid-19 è stato il più grande esperimento globale sul lavoro di sempre. è quello che emerge dallo studio della Boston Consulting Group (Bcg), leader della consulenza strategica, “What 12.000 employees have to say about the future of remote work”.

Il lavoro è stato condotto su 12mila dipendenti di tre Paesi (Usa, Germania e India), consultati prima e dopo lo scoppio della pandemia. I risultati hanno fatto emergere un 75% degli intervistati, che ha riscontrato di avere mantenuto, se non accresciuto, i propri livelli di produttività soprattutto a livello individuale, mentre per quelle collaborative il risultato scende al 51%.

Un punto importante, nonché una sfida per i manager. Secondo l’analisi, i fattori cruciali per la produttività in ambiti collaborativi sono quattro: la connettività sociale, la salute mentale, quella fisica e gli strumenti di lavoro. Il 79% di chi ha espresso soddisfazione su questi fronti ha riscontrato ottimi risultati in termini di produttività, rispetto al 16%, di chi ha avuto problemi per due o tre dei fattori elencati. Dei risultati chiari che lasciano intendere dove andranno spesi gli sforzi per il modello lavorativo del futuro. Che ripensi gli spazi lavorativi, rendendo più flessibili nei tempi e nei luoghi.

Il parere dei manager

Bcg ha intervistato 1.500 manager per la ricerca “The path to remote-working maturity”. I vertici delle aziende si aspettano infatti che, a pandemia finita, il 65% delle persone continui a lavorare parzialmente da remoto, mentre il 18% sarà completamente da remoto. Un cambiamento che rende necessario lavorare su una piattaforma comune, su cui costruire il nuovo paradigma del lavoro ibrido: che deve coniugarsi con un nuovo modello di leadership e che trova nella fiducia, l’empatia e il learning by doing alcuni tra gli elementi caratterizzanti.

Per quanto riguarda gli strumenti di lavoro, ad esempio, le aziende avevano già iniziato a investire su software di videochiamate di buona qualità, ma non è abbastanza. Secondo un altro studio della Bcg, realizzato nel nostro Paese per quanto riguarda il settore bancario durante la pandemia, le preoccupazioni dei lavoratori sono proprio concentrate sul fronte della tecnologia. Una preoccupazione legata soprattutto ai software. Secondo il 77% dei bancari italiani intervistati, grazie alla sperimentazione forzata del lavoro da remoto ci sono stati miglioramenti, mentre per il 76% rimane necessario intervenire sulla digitalizzazione dei processi e l’accessibilità di alcuni software da casa. C’è ancora molto da fare, per rendere questo un modello applicabile e affidabile.

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