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[Lo scenario] L’Italia sarà la vittima principale della crisi del gas. Con o senza guerra in Ucraina

«Se scoppia una guerra in Ucraina, allora tutti i Paesi dell’Europa ne subiranno le conseguenze. E se venisse trovato un compromesse in grado di soddisfare Putin, l’Unione europea pagherà più di tutti».

Ne è convinto Jean Paul Fitoussi, professore francese, economista alla Luiss Guido Carli e Sciences Po.

«Mosca avrà ancora più potere sul gas. Ogni Paese ha giocato da solo, e si è fatto ingannare, a parte la Francia: è tornata a puntare sul nucleare che le consente una grande autonomia».

«Per essere meno dipendenti dalla Russia l’Europa avrebbe dovuto mettere in campo un grandissimo piano di investimenti per studiare le nuove energie pulite. Non l’ha fatto» spiega Fitoussi in una intervista a La Stampa.


La debole Italia

«L’Italia è il Paese più fragile, ha rinunciato al nucleare nel momento sbagliato, privandosi di una fonte di energia che ridurrebbe le emissioni e la dipendenza dagli altri Stati. La Ceca (La Comunità europea del carbone e dell’acciaio) ha fatto un grande lavoro sull’acciaio e il carbone. Ma la Commissione Europea non è riuscita a perseguire un interesse comune sull’energia. I governi sono sempre più lontani, e la distanza su questioni fondamentali cresce sempre più».
«L’idea del presidente Draghi di trovare uno stoccaggio comune è una bella proposta che si dovrebbe fare. Il problema è che in Europa per dare attuazione alle proposte, c’è bisogno di un accordo unanime. La situazione è talmente tragica da diventare ridicola. Per una volta non saremmo in ritardo rispetto al resto del mondo, ma non approfittiamo del vantaggio perché non siamo d’accordo». 

Estorsione energetica


Bloomberg riferisce che sabato in tutti e sette i terminali di esportazione di GNL degli Stati Uniti sono state attraccate o caricate dirette in Europa.

“La domanda di esportazioni statunitensi ha contribuito a stabilire un record di 13,3 miliardi di piedi cubi di carico di gas nei terminali di esportazione di GNL. La domanda è così grande che le autorità di regolamentazione hanno consentito alle petroliere di fare rifornimento presso l’impianto in Louisiana, che è ancora in costruzione” racconta il New York Times.

 Bloomberg aggiunge che delle circa cinque dozzine di petroliere statunitensi in acqua, più di due terzi sono diretti in Europa.

“Le esportazioni statunitensi offrono sollievo a un’Europa preoccupata, attenuano l’impatto dell’estorsione energetica di Vladimir Putin” scrive il NYT.

“l GNL statunitense sarà ancora più importante se la Russia invaderà l’Ucraina e l’oleodotto russo Nord Stream 2 verso la Germania muore, come ha promesso il presidente Biden. Il carburante anti-fossile rimasto negli Stati Uniti è il migliore amico di Putin”.

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