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[Lo scenario] Evitare i bonus a pioggia per non affossare i conti pubblici. I consigli all’Italia del Fondo Monetario Internazionale

Responsabilità fiscale, non prendere provvedimenti di spesa in contraddizione con le politiche monetarie per il contrasto dell’inflazione, accelerare l’attuazione del Pnrr, indirizzare gli aiuti ai segmenti della popolazione che ne hanno più bisogno.

Sono i suggerimenti arrivati da Domenico Fanizza, direttore del Fondo monetario internazionale per l’Italia.

Su una possibile recessione nel 2023, “cosa succederà l’anno prossimo è il grosso problema. In realtà non lo sappiamo, perché tutto dipende dall’aggressione russa verso l’Ucraina. Ci sono rischi molto grandi.

L’inflazione avrà un effetto avverso sulla domanda, per cui le proiezioni del Fondo sono di una leggera recessione. Bisogna stare attenti, le politiche devono adeguarsi alla situazione che cambia”, ha precisato.

“L’incertezza maggiore viene dalla guerra e l’impatto sulla Germania. A questo si aggiungono le politiche fiscali molto espansive di Berlino, con il recente annuncio di misure per 200 miliardi, che avrà un effetto avverso sull’inflazione perché non è coerente con la politica monetaria europea. Complicherà la vita e può avere risultati sfavorevoli per la competitività delle industrie italiane.

Noi dovremo avere una politica fiscale che non va contro quella monetaria, è fondamentale per limitare i danni”, ha continuato Fanizza.

L’Italia deve “rimanere negli obiettivi di bilancio e consolidamento fiscale identificati, ma cercando di sostenere le porzioni della popolazione che ne hanno più bisogno. In particolare sull’energia, dobbiamo muoverci dal sostegno generalizzato a quello mirato”.

Il consiglio al prossimo governo è di “continuare politiche fiscali coerenti con quella monetaria. Non possiamo avere una politica monetaria credibile contro l’inflazione, e usare la politica fiscale come leva espansionista.

Sarebbe la ricetta per mandare tutto all’aria. Ma questo non vuol dire non sostenere la gente che ne ha bisogno”. Come? “Invece di dare sussidi per i prezzi della benzina, che toccano chi guida una Panda o una Ferrari alla stessa maniera, bisogna fare in modo che gli aiuti raggiungano chi guida la Panda. Esistono tecnologie per i trasferimenti mirati”.

Il tetto al prezzo del gas promosso dall’Italia ha senso: “assolutamente sì. Un conto sono i cap sui prezzi al consumo, un altro quelli ai prezzi dell’energia, dove bisogna contrastare il potere dei venditori. Non è un sussidio, ma una profonda riforma del mercato energetico in Europa”.

Su debito e deficit vale lo “stesso concetto. Le dinamiche del debito pubblico almeno finora sono state favorevoli, sia per la disciplina fiscale, sia per l’andamento dell’inflazione che ha avuto un effetto favorevole sui conti pubblici, ma di breve periodo. Bisogna evitare spese che non hanno impatto sulle persone bisognose”.

Quanto alla flat tax, “i governi decidono sulla base delle preferenze politiche. Però tutto deve essere fatto all’interno di un quadro di coerenza macroeconomica. Se uno vuole fare quello perché ci crede, poi deve tagliare da qualche altra parte. L’esperienza di queste settimane nel Regno Unito dimostra che bisogna andarci molto, molto cauti”.

Il Pnrr “è fondamentale proseguire e accelerare la messa in opera. l’opportunità per migliorare debolezze strutturali dell’economia italiana, in particolare i bassi livelli di investimento pubblico che si trascinano da anni”, ha concluso.

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