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[Lo scenario] Dire la verità ed essere preparati. Il metodo Draghi per affrontare la tripla emergenza: guerra, crisi energetica e pandemia

Putin “non vuole la pace” e bisogna restare pronti. Intanto con una prima tranche di aiuti, senza ricorrere a risorse in deficit. E poi anche a logiche di “razionamento” se dovesse servire. Ma non è questo lo scenario ora, l’Italia continua a crescere anche se rallenta, e il governo si sta attrezzando per affrontare i rincari dei prezzi – dalla benzina alle bollette – quindi niente “allarmi”.

La ricetta di Mario Draghi

Dire “la verità” ed essere “preparati” è la ricetta che offre Mario Draghi per affrontare un futuro reso sempre più incerto dal conflitto in Ucraina. L’Italia è uscita dalla pandemia con ritmo di crescita “vibrante” e uno “straordinario +6,5%”, perché gli italiani sono stati “bravissimi” con le restrizioni Covid e si sono vaccinati. Ora questi risultati vanno “preservati”, è il ragionamento del premier.

Non c’è una “recessione” in vista ma “un rallentamento”, ribadisce il premier, spiegando che il Def sarà anticipato a prima della fine di marzo per rivedere e analizzare meglio il quadro.

Il decreto taglia-prezzi

Intanto “non è previsto uno scostamento di bilancio” ma ci saranno misure “adeguate” ad aiutare fin da subito famiglie e imprese a fronteggiare l’impatto economico del conflitto. Sul tavolo c’è un decreto taglia-prezzi su cui lavorano fino a tardi a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia, Daniele Franco, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, insieme al sottosegretario Roberto Garofoli.

Le richieste sono molte, dalla Cig ai ristori diretti. Per ora di certo c’è solo il taglio di 15 centesimi delle accise su benzina e gasolio per due, forse tre mesi, che si auto-finanziano con gli incassi Iva. Per il resto – dagli aiuti per le bollette per le famiglie a basso reddito a quelli per le imprese – le risorse sono scarse, soprattutto se non si riuscirà a mettere a punto un prelievo sugli extra-profitti.

Una misura che risulta complessa da definire perché non può essere retroattiva – quindi rischia di essere poco efficace se gli aumenti di qui in poi dovessero rientrare – e perché ancora non si è definito il quadro degli interventi a livello europeo.

Il prossimo Consiglio UE

Per “coordinare” le posizioni in vista del Consiglio Ue del 24 e 25 marzo Draghi vede a Villa Madama lo spagnolo Pedro Sanchez, il portoghese Antonio Costa e in collegamento il greco Kyriakos Mitsotakis. Perché l’azione nazionale deve andare di pari passo con le scelte comunitarie che, nella visione italiana – condivisa dagli altri leader del ‘fronte’ del Mediterraneo – devono contemplare “un tetto europeo al prezzo del gas”, oltre alla separazione del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica.

Nel frattempo l’Italia è impegnata a diversificare non solo le fonti di approvvigionamento dell’energia, ma anche di altre materie prime, compreso il grano.

Non siamo in un’economia di guerra

“Non è ancora il caso”, sottolinea, di lanciare allarmi invitando a un cambio di abitudini, proponendo una economia di guerra. Ma bisogna “prendere provvedimenti” per affrontare le conseguenze della guerra e delle sanzioni che è “comprensibilissimo” preoccupino i cittadini. La situazione “è di grande incertezza”, ammette il premier, ripetendo che “bisogna osservare i fatti”.

La pace, dice, va cercata “ad ogni costo” ma i fatti mostrano che c’è una “determinazione” da parte della Russia a “continuare il conflitto. Anche durante i colloqui non c’è stato un cessate il fuoco”.

In questa situazione “bisogna essere credibili e Cina e Usa lo sono. Se c’è nu sentiero che lascia sperare è questo”, osserva Draghi, che nei giorni scorsi ha incontrato a Roma il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden Jack Sallivan e ora incontrerà il presidente Usa “al vertice Nato”. Ma nei prossimi “due o tre mesi”, assicura, ci sarà anche una visita a Washington.

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