La Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina, ospitata al Convention Center La Nuvola, ha visto la partecipazione di centinaia di delegazioni internazionali, imprese e organizzazioni pronte a fare la propria parte nel lungo processo di ricostruzione del Paese invaso dalla Russia.
Con l’Europa che sta rispondendo in modo compatto, l’Italia si è posta al centro di questa operazione, mettendo a disposizione risorse, know-how e supporto logistico per aiutare a ridare speranza a milioni di ucraini.
Elemento centrale della conferenza è stato l’annuncio del nuovo fondo europeo destinato alla ricostruzione dell’Ucraina, il European Flagship Fund for the Reconstruction. Questo fondo, che si propone di diventare il più grande del mondo nel suo genere, ha l’obiettivo di mobilitare risorse pubbliche e private.
Grazie all’alleanza tra Italia, Germania, Francia, Polonia e la Commissione Europea, la dotazione iniziale è di 220 miliardi di euro, con l’ambizione di arrivare a 500 miliardi entro il 2026, cifra destinata ad aumentare ulteriormente se le condizioni di sicurezza lo permetteranno.
Il fondo sarà destinato a settori chiave per la rinascita del Paese, come l’energia, i trasporti, le materie prime essenziali e le industrie strategiche, con l’obiettivo di creare infrastrutture fondamentali per il futuro dell’Ucraina.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha ribadito l’importanza di questo strumento, parlando di un impegno che non è solo economico, ma anche politico e morale. “L’Ucraina può contare sull’Europa più che mai”, ha dichiarato la von der Leyen, sottolineando come l’Unione Europea sia già il principale donatore di aiuti, con 165 miliardi di euro di supporto finanziario e la promessa di coprire l’84% dei bisogni di finanziamento esterni dell’Ucraina per quest’anno.
L’Italia ha voluto essere protagonista di questo grande progetto. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aperto i lavori della conferenza con un messaggio forte e chiaro: “La ricostruzione deve iniziare ora, anche mentre la guerra è ancora in corso”.
La popolazione ucraina, ha proseguito il ministro, non può essere privata delle infrastrutture vitali per la vita quotidiana, come la rete elettrica. Il contributo dell’Italia, ha ribadito Tajani, è un segno concreto di sostegno e di impegno per la sicurezza e il futuro del Paese.
La premier Giorgia Meloni, nel suo intervento, ha rivolto un appello agli imprenditori, invitandoli a non temere l’incertezza: “Investire in Ucraina è un investimento sulla pace, sulla sicurezza e sull’Europa intera. La ricostruzione non sarà facile, ma ci saranno enormi opportunità”, ha detto, mettendo in chiaro che l’Italia intende vigilare affinché i fondi non finiscano nelle mani di chi ha sostenuto la guerra russa.
Un altro aspetto fondamentale del sostegno italiano è stato l’annuncio, da parte della Meloni, di un pacchetto da 10 miliardi di euro destinati alla ricostruzione, una cifra che si aggiunge ai fondi europei e che darà impulso a un programma di investimenti strategici per l’Ucraina.
Questo impegno segna l’intenzione dell’Italia di giocare un ruolo da protagonista, non solo come partner politico e diplomatico, ma anche come attore economico di rilievo nel futuro sviluppo del Paese.
L’evento di Roma ha visto inoltre la firma di contratti per un valore complessivo di 15 miliardi di euro. Questi accordi, sottoscritti da imprese internazionali e ucraine, riguardano progetti di ricostruzione a lungo termine, che spaziano dai settori dell’energia alle infrastrutture, fino alla riabilitazione delle aree più colpite dalla guerra.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, esprimendo il suo apprezzamento per l’impegno dell’Europa, ha definito il nuovo fondo come una risposta concreta alla richiesta di un “Piano Marshall” per la ricostruzione dell’Ucraina.








