Il programma “Next Generation EU” prevede per l’Italia 191,5 miliardi da spendere entro il 2026.
Rafforzare la coesione territoriale in Europa e favorire la transizione digitale ed ecologica sono alcuni tra i suoi obiettivi.
Ciò significa far ripartire il processo di convergenza tra Mezzogiorno e centro-Nord che è fermo da decenni.
Anzi, dagli inizi degli anni ’70 a oggi è grandemente peggiorato. Il prodotto per persona nel Sud è passato dal 65% del Centro Nord al 55%.
Negli ultimi anni, c’è stato un forte calo negli investimenti pubblici, che ha colpito il Sud ovviamente insieme al resto del Paese.
Tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è infatti più che dimezzata ed è passata da 21 a poco più di 10 miliardi.
Per la prima volta da tempo, abbiamo l’occasione di aumentare la spesa in infrastrutture fisiche e digitali, nelle fonti di energia sostenibili.
Le risorse di Next Generation EU si aggiungono ad ulteriori programmi europei e ai fondi per la coesione, che mettono a disposizione altri 96 miliardi per il Sud nei prossimi anni.
Ma abbiamo imparato che tante risorse non portano necessariamente alla ripartenza del Mezzogiorno.
Ci sono due problemi: uno nell’utilizzo dei fondi europei, l’altro nella capacità di completamento delle opere pubbliche.
A fronte di 47,3 miliardi di euro programmati nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi, il 6,7%.
Nel 2017, in Italia erano state avviate ma non completate 647 opere pubbliche. In oltre due terzi dei casi, non si era nemmeno arrivati alla metà. Il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud, per un valore di 2 miliardi.
Divenire capaci di spendere questi fondi, e di farlo bene, è obiettivo primario di questo governo.
Vogliamo fermare l’allargamento del divario e dirigere questi fondi in particolare verso le donne e i giovani.
Il nostro, il vostro successo in questo compito può essere anche un passo verso il recupero della fiducia nella legalità e nelle istituzioni, siano esse la scuola, la sanità o la giustizia.
In questa sfida un ruolo cruciale è anche vostro, classi dirigenti. Ma un vero rilancio richiede la partecipazione attiva di tutti i cittadini.








