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L’inflazione può avere impatti sulla tenuta delle filiere | Lo scenario

Secondo quanto evidenziano i dati diffusi da Istat relativi ai prezzi al consumo del mese di aprile, rispetto al mese precedente, emerge un’inflazione generale in leggera risalita, con l’indice che segna un +8,3% su base annua, mentre il carrello della spesa registra un rallentamento con un +12,1% su base tendenziale.

«Siamo preoccupati dell’effetto dell’inflazione sull’andamento delle vendite, soprattutto di beni di largo consumo e ortofrutta. Le nostre imprese rimangono sotto pressione perché compresse tra l’aumento dei costi all’acquisto e le difficoltà derivanti dall’attuale livello dei prezzi al consumo. L’attuale debolezza dei volumi di consumo, che stagnano intorno al -5%, è un fattore di rischio per l’intero sistema agroalimentare italiano, rappresentato da numerose filiere di eccellenza, così come per le nostre imprese», ha commentato Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione.

«Nel corso dell’ultimo anno le aziende del settore distributivo hanno messo in campo uno sforzo notevole per gradualizzare gli aumenti e per tutelare il potere di acquisto delle famiglie, sacrificando significativamente la propria redditività. Oggi questo sforzo non è ripetibile e le imprese sono sempre più impegnate a trovare soluzioni nell’offerta che rispondano alla necessità di coniugare convenienza e qualità a vantaggio dei clienti. È però evidente che occorre intervenire in una logica di sostegno ai consumi che passa necessariamente dal ristabilire un clima di fiducia e da un maggiore potere di acquisto delle famiglie».

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