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L’inflazione invisibile degli asset: una nuova disuguaglianza che ridisegna l’accesso alla ricchezza | L’analisi di Marco Casario

Negli ultimi anni si è parlato molto dell’aumento del costo della vita: beni alimentari, carburanti, bollette ma c’è un altro tipo di inflazione, meno visibile e spesso trascurata, che riguarda gli asset: case, terreni, investimenti.

Stime ISTAT rilevano che in Italia, ad esempio, i prezzi delle abitazioni esistenti sono aumentati del 4,9% nel primo trimestre del 2025 rispetto all’anno precedente: questo sembra in apparenza un segnale positivo, poiché se il valore della propria casa aumenta, si potrebbe pensare di rivenderla in futuro a un prezzo più alto e ottenere così un guadagno, ma non è così semplice.

Quando il valore degli asset cresce più rapidamente dei salari, rimasti sostanzialmente invariati in Italia negli ultimi 30 anni, si crea un divario difficile da colmare.

Le disuguaglianze non sono però un fatto naturale: sono il risultato di scelte, e possono essere corrette con decisioni più giuste, eque e lungimiranti. Oggi chi possiede beni patrimoniali trae vantaggio da questo trend, mentre molti restano esclusi da risorse fondamentali come la casa, l’investimento o la previdenza integrativa.

Dunque, il benessere che percepiamo è spesso solo apparente: i prezzi aumentano, ma le opportunità si restringono. Per invertire la rotta non serve un miracolo economico, ma una politica coraggiosa, che rimetta al centro le persone e smetta di chiedere sacrifici proprio a chi ha già pagato il prezzo più alto.

Indipendenza economica? Il lavoro non basta più (da solo)

Man mano che la ricchezza si concentra nei patrimoni e non nei redditi, anche il lavoro perde potere contrattuale e valore relativo. Anche un impiego stabile, che un tempo garantiva indipendenza economica e sicurezza, oggi spesso non basta più. In molte città italiane, i salari medi non coprono nemmeno il costo dell’affitto e mettere da parte qualcosa sta diventando difficile per un numero crescente di famiglie.

Secondo un rapporto Oxfam, l’1% più ricco degli italiani possiede una quota di patrimonio 84 volte superiore a quella detenuta dal 20% più povero. È un dato che racconta più di una semplice disuguaglianza: indica un sistema in cui le opportunità non sono distribuite equamente. In uno scenario che cambia rapidamente, non servono soluzioni drastiche ma strumenti semplici per leggere meglio la realtà e fare scelte più consapevoli.

A partire da questa consapevolezza, l’esperto di economia e finanza Marco Casario, autore del libro I 4 pilastri dell’indipendenza finanziaria, propone cinque consigli pratici per orientarsi in un contesto economico sempre più complesso:

1. Risparmio preventivo: costruire un fondo di emergenza

Mettere da parte regolarmente una parte del reddito è fondamentale per creare un fondo di emergenza, un “cuscinetto” finanziario che protegge in caso di imprevisti come spese mediche, guasti o perdita del lavoro. Disporre di questa rete di sicurezza permette di affrontare situazioni critiche senza ricorrere a debiti e senza compromettere l’equilibrio economico della famiglia.

2. Investire i risparmi per proteggerli dall’inflazione

Lasciare i soldi fermi sul conto corrente comporta la perdita di potere d’acquisto nel tempo a causa dell’inflazione. Per difendere il valore dei propri risparmi è consigliabile investire in strumenti con rendimenti potenzialmente superiori all’inflazione, come buoni del tesoro o fondi ETF diversificati. È quindi importante informarsi sulle opzioni di investimento disponibili, anche partendo con cifre modeste e con un piano di accumulo costante, così da mettere i risparmi al lavoro e mantenere nel tempo il loro potere d’acquisto.

3. Consumo consapevole e riduzione delle spese non essenziali

Quando il budget è limitato, è necessario distinguere tra spese essenziali, come affitto, alimentazione e bollette, e spese superflue, come dispositivi elettronici e svaghi costosi, riducendo proprio queste ultime. Adottare uno stile di vita più consapevole significa anche ottimizzare i consumi energetici. Questo significa sia usare gli elettrodomestici in modo efficiente che confrontare le tariffe gas e luce offerte dai diversi fornitori, per trovare soluzioni più vantaggiose più convenienti e sostenibili nel tempo.

4. Investire in formazione e sviluppo professionale

Accrescere le proprie competenze, in particolare digitali o tecniche, è una strategia di medio-lungo termine che apre la strada a maggiori opportunità di crescita, sia in termini di carriera che di retribuzione. Migliorare il proprio livello di istruzione e specializzazione consente infatti di accedere a ruoli più stabili e qualificati, e di non restare bloccati in posizioni precarie o mal pagate.

5. Diversificare le entrate e investire nella formazione continua

Anche se si è dipendenti, è importante non limitarsi a una sola fonte di reddito, ad esempio creare un piccolo side business o sfruttare le opportunità offerte da internet può permettere di costruire entrate aggiuntive e maggiore sicurezza economica. Parallelamente, specializzarsi attraverso una formazione continua mirata alle competenze più richieste dal mercato del lavoro aiuta a migliorare la propria posizione professionale e ad aprirsi a nuove opportunità.

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