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L’incognita “Putin” sulle elezioni europee | L’analisi di Stefano Folli

La campagna elettorale per le europee è già cominciata. A parlarne è Stefano Folli. Questa «annovera in partenza un personaggio ingombrante ma tutt’altro che imprevisto. È il presidente russo Putin, un esperto di disinformazione molto rapido nell’incunearsi nei punti deboli degli avversari. Dopo quasi due anni di guerra in Ucraina, serpeggiano in Europa segni di stanchezza: il sostegno all’Ucraina richiede un sovrappiù di volontà politica, una più ferma determinazione circa gli aiuti militari, una conferma dell’intesa con l’amministrazione Biden nel momento in cui anche Washington, in questo caso il Congresso, sembra tentennare. E forse è normale che sia così: il 2024 sarà un anno elettorale sia per gli europei sia per l’America».

«L’autocrate di Mosca non ha dunque perso tempo. Finora la scelta atlantica, o se si vuole euro-atlantica, dell’Unione è stata più forte delle pulsioni filo-russe e anti-Nato che pure sono sempre esistite in varie frange di destra e sinistra. La differenza è che ora sembrano aver acquistato peso anche rispetto al 2019, l’anno in cui si votò per il Parlamento europeo. Di Orbán si sa, ma da pochi giorni lo slovacco Fico incarna la nuova ambiguità in cui si manifesta la capacità attrattiva della Russia. E anche la Polonia, l’iper-atlantica Polonia, ha allentato i legami con Kiev. Ovvio che i russi scavino nel populismo europeo, a Est come a Ovest», scrive su Repubblica.

«Qualche anno fa Marine Le Pen dovette ammettere il rapporto con Mosca. Oggi Marine, come sappiamo, è invitata d’onore di Salvini a Pontida. E la simpatia del capo leghista verso il Cremlino non si scopre certo adesso. Forse nascerà addirittura una lista alle europee contro l’appoggio del governo italiano a Kiev. Farà concorrenza ai 5S di Conte che già presidiano con successo quella posizione. E creerà qualche problema a quella parte del Pd, la più vicina a Elly Schlein, che si muove a fatica su questo terreno».

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