Sul Corriere della Sera, Aldo Cazzullo cita le parole del primo ministro francese François Bayrou, che parla di ‘sottomissione dell’Europa agli Usa’ per commentare gli esiti dell’accordo Usa-Ue sui dazi.
“Il patto siglato nei possedimenti scozzesi di Donald Trump – afferma l’editorialista – è un patto leonino. Da una parte l’arroganza di un presidente che comunque è stato eletto dal popolo. Dall’altra l’arrendevolezza di una signora che deve costruire ogni giorno nel Parlamento europeo una maggioranza variabile, che in teoria include socialisti e democratici ma a volte strizza l’occhio a sovranisti e populisti. In mezzo c’è l’Italia. Che rivendica una speciale sintonia politica con Trump, ma non sa che farsene. E vede calare sul proprio export la mannaia dei dazi, senza avere nulla in cambio. Alla fine trovi sempre un sovranista più grosso di te. L’unico linguaggio che uno come Trump capisce, al tavolo degli affari che è quello a lui più consono, è il linguaggio della forza.
Quindi – osserva Cazzullo – il problema riguarda, prima ancora della Francia, il Paese economicamente e commercialmente più forte d’Europa: la Germania. È tedesca e cristianodemocratica l’improvvida negoziatrice Ursula von der Leyen. È tedesco e cristianodemocratico il cancelliere Merz, l’unico — a parte Orbán — ad aver commentato con gioia la vittoria negoziale di Trump. La Germania si illude forse di aver messo in sicurezza la sua traballante industria automobilistica. Ma consegnandosi a Trump ha rinunciato alla propria leadership europea e sancisce la propria debolezza politica, con metà Paese in cui la prima forza è il sovranismo anti-europeo. Che fare allora? Gettare la spugna? Al contrario. L’unico modo che l’Europa avrebbe per reagire, con Ursula o meglio con un leader che sia davvero tale, sarebbe un grande piano per reindustrializzare il continente e rilanciare i consumi interni. Il vero scandalo degli accordi scozzesi è l’impunità fiscale garantita ai padroni della Rete, ai coniatori di criptovalute, ai re della rivoluzione digitale e dell’intelligenza artificiale.
Lo spazio politico di qualsiasi partito europeo nei prossimi anni – conclude – sarà la difesa del ceto medio: più salari, più investimenti, più consumi, e meno tasse”.








