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L’economia europea dovrebbe rafforzarsi, ci si attende un calo dei prezzi | L’analisi della BCE

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“I dati più recenti indicano che l’attività economica è stata lievemente più debole rispetto alle attese” ma “l’economia dovrebbe rafforzarsi nel tempo, poiché l’aumento dei redditi reali consentirà alle famiglie di effettuare maggiori consumi”.

Sul fronte dei prezzi, poi, “ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e rientrare verso l’obiettivo nel corso del prossimo anno”.

Sono le due principali indicazioni che arrivano dal bollettino della Bce secondo il quale “l’inflazione interna rimane elevata, sospinta dai salari che continuano a crescere a ritmo sostenuto”.

Il bollettino, anche se l’intonazione delle prospettive sembrano positive, lascia trasparire qualche timore per i consumi delle famiglie.

“Nonostante l’aumento dei redditi registrato nel secondo trimestre, contrariamente alle attese i consumi delle famiglie sono diminuiti.

Il tasso di risparmio si è collocato al 15,7 per cento nel secondo trimestre, ben al di sopra della media del 12,9 per cento osservata prima della pandemia.

Al tempo stesso, i risultati delle indagini recenti segnalano una graduale ripresa della spesa delle famiglie”.

Il Consiglio direttivo – ribadisce il bollettino Bce – “è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire l’obiettivo” e “non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

Per determinare livello e durata adeguati della restrizione dei tassi, la Bce “continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione.

In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione circa le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria”.

L’esame della congiuntura economica parte dalla costatazione che l’attività economica è stata lievemente più debole del previsto.

“Per quanto la produzione industriale sia stata particolarmente volatile durante i mesi estivi, le indagini indicano che il settore manifatturiero ha continuato a contrarsi.

Per il comparto dei servizi i sondaggi evidenziano un aumento dell’attività ad agosto, probabilmente per effetto di una forte stagione turistica estiva, sebbene i dati più recenti mostrino una crescita più contenuta.

Gli investimenti delle imprese registrano un incremento soltanto moderato, mentre continuano a diminuire gli investimenti nell’edilizia residenziale.

Le esportazioni, soprattutto di beni, si sono indebolite”.

Prosegue, invece, la buona tenuta del mercato del lavoro.

“Secondo le attese del Consiglio direttivo l’economia dovrebbe rafforzarsi nel tempo, poiché l’aumento dei redditi reali consentirà alle famiglie di effettuare maggiori consumi.

Il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere i consumi e gli investimenti.

Con l’aumento della domanda mondiale, le esportazioni dovrebbero contribuire alla ripresa”.

L’inflazione – invece – “dovrebbe aumentare nei prossimi mesi, anche perché i passati bruschi ribassi dell’energia cesseranno di rientrare nel calcolo dei tassi sui dodici mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno.

Il processo di disinflazione sarebbe sostenuto dall’attenuarsi delle pressioni dal lato del costo del lavoro e dalla graduale trasmissione ai prezzi al consumo della passata fase restrittiva della politica monetaria.

Le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine si collocano prevalentemente attorno al 2 per cento”.

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