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Le polemiche sui prezzi energetici e l’intervento del nuovo Collegio dell’Autorità | L’analisi di Pia Saraceno

L’alto costo dell’energia in Italia e l’aumento dei differenziali rispetto ad altri mercati europei, su valori da 2 a 4 volte più elevati rispetto a quelli precedenti la crisi gas, poteva far supporre la presenza con le parole dell’Autorità, di “fenomeni potenzialmente inquadrabili in fattispecie abusive”.

Prima della fine del suo mandato l’Arera ha ritenuto di dover pubblicare i risultati dell’indagine promossa per rispondere a questo dubbio (anche su richiesta dei consumatori) sugli esiti del mercato elettrico nel biennio 2023-24, richiedendo nel contempo nuovi dati per migliorare e rendere meno controverse le conclusioni provvisorie.

Secondo lo studio, vi sarebbe il sospetto di fenomeni di trattenimento della capacità, da parte soprattutto degli operatori con impianti a gas, che potrebbero aver concorso a generare prezzi mediamente più elevati nell’intervallo di 5-10 €/MWh nel 2023 e 4-12 €/MWh nel 2024, in funzione delle diverse ipotesi adottate.

Un maggior prezzo che potrebbe spiegare tra il 25 ed il 50% dell’aumento del differenziale dei prezzi italiani, a seconda dei paesi, rispetto al 2015-2019.

La reazione immediata dei produttori è stata un po’ scomposta con accuse all’Autorità di poca professionalità (diffondere conclusioni basate su modelli non appropriati, con dati incompleti) e di non avere agito a favore dei consumatori.

Sono state minacciante azioni legali (non è chiaro nei confronti di chi), senza fornire alcun dato a supporto della contestazione.

Al consumatore, confuso anche dalla reazione dall’associazione dei produttori, non sono state spiegate le cause dell’apertura del differenziale dei prezzi italiani.

Sicuramente esso è dovuto alla nostra maggiore dipendenza dal gas nel mix produttivo ma quanto pesa questo aspetto?

Quanto del differenziale con altri paesi che pure hanno subito la crisi gas è imputabile alle diverse modalità di funzionamento dei mercati?

Che cosa avrebbe dovuto fare l’Autorità per migliorarne il funzionamento per contenere l’aumento dei prezzi?

L’associazione dei produttori arriva a dichiarare che le imprese avrebbero prodotto in perdita, senza dire quando, in che circostanze e perché, nonostante i risultati aziendali del settore dicano tutt’altro.

Non credo che il ministro dell’Ambiente ed Energia, chiamato a riferire in Parlamento, abbia queste risposte o possa giungere a completare il lavoro dell’Autorità che richiederà tempo e nuovi dati.

I consumatori devono avere pazienza e chiedere al Parlamento che il nuovo collegio dell’Autorità sia indipendente e competente, fuori dai giochi politici e dalle cariche di partito.

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