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Le gare delle concessioni e il calcolo degli indennizzi secondo l’Antitrust | L’analisi di Alberto Heimler

Quello che temevo sta accadendo. Le gare per la gestione degli stabilimenti balneari vengono organizzate a beneficio delle Amministrazioni concedenti e dei nuovi entranti e a danno dei gestori esistenti.

La mia proposta, secondo la quale il valore dell’indennizzo era stabilito dai gestori esistenti ma non potevano esagerare perché su questo valore veniva poi calcolato il canone concessorio, li salvaguardava, forse anche troppo certo, ma a beneficio della celerità delle procedure, dell’assenza di contenzioso e di un incasso per oneri concessori elevato.

La mia proposta era effettivamente troppo fantasiosa per essere accolta e siamo ricaduti su una classica gara al miglior offerente con l’indennizzo stabilito dall’Amministrazione concedente.

Ma come si calcola questo indennizzo? L’Antitrust, in un parere al Comune di Viareggio del 27 ottobre scorso, ha sostenuto che l’indennizzo deve essere calcolato in funzione degli investimenti effettuati dal gestore esistente, non ammortizzati e non caratterizzati da un mercato secondario.

Pertanto, per esempio le sedie a sdraio che hanno un mercato secondario non sono soggette a indennizzo, anche se non ammortizzate.

Al riguardo l’Autorità non sembra ricordare che il valore di un’impresa non è pari al valore delle sue attività non ammortizzate, ma è invece pari al valore attuale dei suoi profitti futuri.

Altrimenti a che mai servirebbero le Borse?

Ciò implica la necessità di una valorizzazione dell’avviamento come da me più volte argomentato (e date le difficoltà insite in una sua valorizzazione per via amministrativa avevo suggerito un percorso alternativo).

La soluzione dell’Autorità conduce a risultati assurdi per cui uno stabilimento senza clienti (perché i servizi sono pessimi) ma con investimenti non ammortizzati varrebbe molto di più di uno stabilimento con servizi eccellenti e pieno di gente, ma con investimenti totalmente ammortizzati.

Un risultato questo che è esattamente l’opposto di quanto prevarrebbe in un’economia concorrenziale.

Una domanda infine all’Autorità.

Sappiamo bene che l’audiovisivo non è soggetto alla direttiva Bolkenstein, ma in funzione dei principi di buona amministrazione e di concorrenza l’Autorità sarebbe d’accordo nel sostenere una proposta che bandisse le gare per le frequenze televisive e prevedesse un indennizzo a RAI, Mediaset e La 7 pari al valore delle attività non ammortizzate e prive di un mercato secondario?

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