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Le difficoltà della von der Leyen tra destra e sinistra | L’analisi di Marco Bascetta

“Doveva difendere una posizione insidiata su tutti i fronti ed è quello che la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha tentato di fare evitando connotazioni troppo nette e adottando il registro della genericità e della promessa”.

Marco Bascetta sul Manifesto analizza le “difficoltà” attuali e prospettiche in cui si trova l’Europa: “Le circostanze – scrive – imponevano di accantonare ogni sospetto, ampiamente circolato dopo la sua rielezione, di cercare a destra quel che dal centrosinistra non avrebbe potuto ottenere. E così, al posto di una analisi oggettiva e necessariamente critica dello stato dell’Unione, ha preso forma una stucchevole lode delle sue presunte virtù e potenzialità.

Ancora una volta la presidente della Commissione si è espressa quasi fosse il primo ministro di uno stato politicamente unitario alla ricerca della sua maggioranza parlamentare, si è comportata da capo di governo intento a racimolare consenso intorno alla propria proposta programmatica. Si tratta di un’illusione che mina ogni credibilità, evita di fare i conti con la realtà dell’architettura europea e con le linee di frattura che attraversano l’Unione. E che si risolve nel voler supplire, attraverso scorciatoie come quella del riarmo o di posizioni unitarie sul piano geopolitico, al deficit di soggettività che affligge l’Unione.

A voler dire quella verità che Ursula von der Leyen omette, lo stato dell’Unione è pessimo. L’accordo sui dazi con gli Stati Uniti oltre ad essere assolutamente iniquo non stabilizza affatto le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico, e se la presidente della Commissione si vanta di aver scongiurato (per il momento) la guerra commerciale, resta comunque spazio per una guerriglia capace di ferire in profondità.

Ma il fattore principale di debolezza dell’Europa politica è radicato in quei rapporti di forza che si sono affermati nei più importanti paesi dell’Unione. Rapporti politici che derivano dalla grande avanzata delle forze di destra e di estrema destra nel Vecchio continente. In tutta Europa, il centro, a cominciare dai democristiani tedeschi, subisce il ricatto (e a volte la fascinazione) delle destre al cui voto ha già dovuto in qualche occasione fare ricorso.

Fino a quando le destre incomberanno sugli umori del centro e sulle politiche dell’Unione – conclude – una forza comune capace di pesare sullo scacchiere globale, resterà solo una figura retorica”.

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