L’Associazione italiana dottori commercialisti ha inviato una lettera al ministro dell’Economia Daniele Franco e al direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, sollevando «una questione di fondamentale importanza per i contribuenti ed i loro consulenti». Il problema è nella disciplina del processo tributario telematico, in quanto la redazione digitale delle sentenze (obbligatoria in tutta Italia a partire dal primo giugno 2021) rischierà di causare una grave violazione del principio di «parità delle armi nelle liti fiscali».
Nel dettaglio, osservano i professionisti. «Il rischio discende dal fatto che, da un lato, la piattaforma digitale è gestita da Sogei (società totalmente partecipata dal Mef) e, dall’altro lato, nel processo, oltre ai giudici e ai segretari delle Commissioni tributarie, soltanto le parti del processo hanno accesso agli atti del fascicolo e alle sentenze. Questo significa che una delle due parti (il contribuente) ha accesso soltanto al suo fascicolo; mentre l’altra parte (Agenzia delle Entrate), partecipando a tutti i giudizi tributari, ha accesso a tutti i fascicoli di causa e può individuare i giudizi simili in cui ha ottenuto sentenze favorevoli in tutta Italia».
L’Aidc invoca urgentemente un intervento, in quanto «è evidente il vantaggio competitivo dell’Agenzia delle Entrate nell’accesso alle informazioni».








