Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, è intervenuto nel corso di un’intervista al quotidiano “La Verità”. «Il governo deve porsi ora il problema di come utilizzare il golden power. Deve prendere il coraggio di usare questa norma. Su Mps sarà fondamentale. Non possiamo permetterci di mettere Mps in condizioni di essere preda dei gruppi internazionali né tantomeno che fallisca una banca con 20.000 dipendenti e 550 anni di storia».
Sileoni spiega perché eventuali gruppi esteri potrebbero agire con disinteresse nei confronti del Paese. «La differenza è che i gruppi stranieri non hanno vincoli politici con il territorio, mentre un gruppo italiano ha l’esigenza e l’interesse di favorire lo sviluppo delle economie locali».
Il segretario della Fabi chiede prese di posizioni concrete per Mps. «Per capire se nel futuro di Mps ci sarà ancora emorragia di posti di lavoro dovremo vedere chi se la compra. Se interviene Unicredit, magari con un aiuto da parte dello Stato, ci aspettiamo che il nuovo ad Orcel attui un recupero dei territori lasciati scoperti dalla gestione Mustier. Aggiungo che, a parole, la politica chiede tutele per Mps, ma poi in camera caritatis esita. Servono, invece, delle prese di posizione concrete. I vertici della politica toscana devono prendere decisioni e iniziative, lasciando da parte la solita propaganda che non porta a nulla».
«I posti di comando che decidono le sorti del mondo bancario sono tutti in mano a personaggi stranieri. L’unica eccellenza è Panetta, ex dg della Banca d’Italia che oggi siede nel board della Bce», ha detto concluso Sileoni al proposito del livello di protezione delle banche all’estero.








