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[L’analisi] Il terziario cresce ma la ripartenza è lenta. Ecco tutti i dati

Anche in Italia il settore terziario ha cominciato la sua ripartenza. Secondo quanto emerge dalla prima edizione dell’Osservatorio Terziario istituito da AssoTerziario Confesercenti, si è registrata una crescita del +4,5% sul 2021, trainata dalla performance dei servizi di mercato (+6,9%). Ma, sottolinea l’indagine, una ripartenza più lenta di industria (+13,3%) e costruzioni (+21,3%) e ancora insufficiente per permettere al settore la ripresa. Il fatturato dei servizi è infatti ancora del 4% inferiore ai livelli raggiunti nel 2019, ultimo anno prima della pandemia.

E la ripresa potrebbe sfuggire anche nel 2022: tra aumento dei costi dell’energia, inflazione e incertezza legata alla ripresa dei contagi che incide sulla fiducia dei consumatori. I dati dei primi tre mesi, spiega AssoTerziario, sembrano confermare le difficoltà: tra gennaio e marzo il potere d’acquisto delle famiglie italiane è cresciuto solo dello 0,3%, a fronte di un aumento del reddito lordo disponibile del 2,6% rispetto al trimestre precedente.

Il terziario vale oggi il 73% del Pil italiano, il 53,2% se prendiamo in considerazione solo i servizi di mercato. Dati che, evidenzia lo studio, «sottolineano il ritardo della terziarizzazione della nostra economia rispetto al resto delle economie Ocse. Negli Usa, infatti, il terziario pesa sul prodotto interno loro sette punti di più (80%), stesso livello della Francia; in Spagna incide per il 77%». Quanto ai posti di lavoro l’Osservatorio riporta che la pandemia ha inciso “pesantemente” anche sull’occupazione del comparto: a fine 2021 mancano ancora 800mila unità di lavoro per recuperare il livello del 2019.

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