Non che Enel avesse scelta. Ma la cessione obbligata della quota di maggioranza dell’ormai ex controllata Enel Russia a Lukoil e Gazprombank-Frezia finirà per rivelarsi decisamente un buon affare per Vladimir Putin.
La società già ribattezzata El5-Energo consegna nelle mani dei nuovi proprietari ben tre delle più grandi centrali termoelettriche del Paese, fondamentali per soddisfare i consumi domestici soprattutto nei rigidissimi inverni russi.
Si tratta di Konakovskaya, Nevinnomysskaya e Sredneuralskaya Gres, per una capacità installata di circa 6mila MegaWatt.
L’ex Enel Russia, scrive MF-Milano Finanza, porta in dote anche conti tutto sommato migliori del previsto, pur sotto il peso dell’inflazione e degli altri indicatori macro-economici.
Dati alla mano, e aggiungendo un prezzo di cessione che, come noto, è di appena 137 milioni di euro, si capisce come mai la speciale commissione che sovrintende agli investimenti strategici sia stata così rapida nel decidere che Lukoil & C possano assicurarsi il 56,4% del capitale della società, in deroga al decreto presidenziale dell’agosto scorso.
I conti del semestre. A causa della guerra e dei cambiamenti imposti alla governance, i numeri del bilancio intermedio sono stati forniti solo in questi giorni.
EL5-Energo ha registrato un aumento dei ricavi di oltre il 14%, trainati sia dalla vendita di capacità del 35,5% per l’entrata in servizio del parco eolico di Azov, sia dal repowering della centrale termoelettrica di Nevinnomysskaya Gres. Hanno contribuito anche la crescita dei prezzi e l’indicizzazione annuale delle tariffe regolamentate.
I ricavi da vendita di energia sono cresciuti dell’8,4%, grazie anche alla dinamica positiva dei consumi, in particolare nella parte europea della Russia e negli Urali (la prima fascia di prezzo). Crescita ancora più marcata per l’ebitda (+ 32,95%) e per l’ebit ordinario (+ 33,9%).
Il momento complesso è comunque riassunto nelle parole della nuova capo-azienda, Zhanna Sedova. “La crescita dell’azienda in volumi e prezzi di vendita di energia elettrica e capacità hanno avuto un impatto positivo sui ricavi.
Altre voci sono state fortemente influenzate da indicatori macroeconomici a causa dell’elevata volatilità. In questa difficile situazione, la fornitura ininterrotta di elettricità e i progetti di ammodernamento delle centrali termoelettriche rimangono la nostra massima priorità”.
I vantaggi per Enel. Col via libera alla cessione il gruppo guidato dall’ad Francesco Starace fa quello che il mercato si aspettava: lasciare un asset non più in linea con gli obiettivi di sostenibilità del piano.
Allo stesso tempo, riesce a uscire dall’esecrato mercato russo, tanto più ora che il Cremlino ha dato il via a una vera e propria escalation del conflitto, che si sta allargando all’alleato di sempre, la Bielorussia di Alexander Lukashenko, pronto a unire le sue truppe a quelle russe per creare un gruppo regionale congiunto e sfidare la Nato.
Quanto agli effetti della vendita, Enel li ha stimati in questo modo: dall’operazione è atteso un effetto positivo sull’indebitamento finanziario netto consolidato per circa 550 milioni di euro, mentre andrà considerato un impatto negativo sull’utile netto reported di circa 1,3 miliardi di euro, principalmente dovuto al rilascio della riserva di conversione cambi, per circa 1,1 miliardi.








