“Difficile” – commenta sulla Stampa Eugenia Tognotti – “trovare nella millenaria storia dei farmaci – dalle piante alle terapie geniche – una caduta in disgrazia così repentina come quella della tecnologia mRNA la cui reputazione è finita nel fango, in un clima politico ostile: già osannata, tanto da essere stata onorata dal premio Nobel; unanimemente considerata un importante propulsore per i vaccini in fase di sviluppo contro l’influenza e altre malattie infettive e in fase di sperimentazione contro malattie che spaziano dall’influenza aviaria alla dengue, fino al cancro al pancreas e al melanoma, sta rischiando di finire “sul ceppo” per riprendere le parole dell’editoriale dell’ultimo numero di Nature, “Come gli attacchi politici potrebbero schiacciare la rivoluzione del vaccino mRNA”.
Ma come si è arrivati, nel gruppo dei funzionari sanitari nominati da Trump, a considerare alla “stregua di una parolaccia” una tecnologia all’avanguardia che dovrebbe favorire nuove scoperte mediche nei trattamenti per tumori e malattie infettive?
Come è stato possibile che dopo aver speso a suo tempo – durante la prima presidenza Trump – miliardi di dollari per sostenere lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di vaccini a mRNA che hanno avuto un peso determinante nel contenere la pandemia di COVID-19, si sia dilapidata in pochi mesi la fiducia in quella tecnologia, su cui le aziende stavano investendo ingenti capitali e costruendo ambiziosi progetti?
Dietro la guerra contro la tecnologia mRNA, concorda la maggior parte degli esperti, c’è la politicizzazione della pandemia e la disinformazione sui vaccini contro il Covid-19 che ha visto in prima fila R. F. Kennedy che su quella posizione ha creato la sua fortuna politica.
Diversi altri personaggi promossi a posizioni di potere nell’amministrazione Trump hanno messo in discussione le strategie per affrontare il Covid-19 e alcuni sostengono apertamente che il mondo ha reagito in modo sproporzionato alla pandemia di Covid-19 e che la sicurezza dei vaccini è stata compromessa dalle autorizzazioni all’uso di emergenza.
Così – come è avvenuto anche in Italia – lo scetticismo ha conquistato spazio nella coscienza collettiva, amplificato dai media e da personaggi politici per i quali, i vaccini non sono strumenti di salute pubblica, ma il simbolo della “dittatura sanitaria”.








