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La prossima manovra non sarà correttiva, aiuteremo le famiglie. Resta il nodo del contributo delle banche | Lo scenario di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia

La prossima legge di bilancio “non sarà correttiva”, ma si concentrerà “sull’aiutare famiglie e lavoratori”, con proiezioni macroeconomiche “confermate” da parte del governo sulla base di un bilancio pluriennale “serio e prudente”.

E con l’ipotesi, “che dipenderà da valutazioni politiche”, di un contributo da parte delle banche.

Tocca tutti i temi di attualità economica, collegato con la festa dell’Udc di Roma, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Il governo ha dimostrato “come fossero compatibili” la disciplina di bilancio e la riduzione della pressione fiscale, sottolinea il ministro aprendo alla possibilità di interventi su Irpef e rottamazione delle cartelle, ricordando però che in questo quadro le spese per la difesa, in particolare il sostegno all’Ucraina, “non sono gratis, ma sono impegni che dobbiamo considerare”.

Sul dibattito in corso per quanto riguarda un possibile contributo in manovra degli istituti di credito “c’è chi in qualche modo deve essere tutelato di più e chi forse meno tutele merita”, spiega invece Giorgetti, rimandando però alla scelta in seno alla maggioranza – con il quadro che dovrebbe essere più chiaro “entro due settimane” – e sottolineando di essere “semplicemente un servitore della volontà politica condivisa da parte dei partiti”.

Giorgetti è poi intervenuto sul tema del risiko bancario (“non abbiamo il controllo di Mps come qualcuno pensa, siamo scesi sotto la percentuale di controllo come richiesto dalla Commissione Ue”) e sottolineando in ogni caso che “il sistema bancario si deve consolidare”, restando in ogni caso “a servizio dell’economia reale”.

Passaggi anche sul tema dei conti pubblici italiani, in attesa del giudizio di Fitch il prossimo 19 settembre (“siamo sereni e consapevoli della nostra affidabilità”), ma anche sulla nuova fase che, a giudizio di Giorgetti, dovrebbe essere letta da parte della Banca Centrale Europea, visto che “il dollaro che si deprezza, aggiungendo così un dazio implicito alle nostre esportazioni, è un problema di tutti”.

E proprio sul tema dell’Europa, Giorgetti chiosa su come la politica dei dazi di Trump sia “una politica economica che fa gli interessi sì economici, ma soprattutto geopolitici” degli Usa, mettendo in mostra proprio la mancanza europea “proprio in termini di politica pura, di comprensione di quali siano i propri interessi”.

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