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La Bce tira dritto, ancora aumenti da mezzo punto: “Dimenticate il periodo Draghi” | Lo scenario

Sull’aumento dei tassi la Bce continua ad andare avanti. Lo ha ribadito dal “palco” del Forum economico mondiale, con un governatore francese, Francois Villeroy de Galhau, che offre alla Lagarde la sponda francese per nuovi rialzi dei tassi al ritmo di mezzo punto, mentre dai partecipanti (italiani) a Davos è una corsa a ridimensionare i timori, e le accuse, piovuti da Roma sulla banca centrale.

Mentre Christine Lagarde era in viaggio verso le Alpi svizzere dove stasera il gotha economico farà il punto con il Fmi in una cena nei locali alpino-chic dell’hotel Parsenn, Villeroy s’incarica di mettere a tacere le indiscrezioni che volevano la Bce pronta a rallentare la stretta. «Lasciatemi ricordare le parole della presidente Lagarde all’ultima conferenza stampa: ci dobbiamo aspettare di alzare i tassi a un ritmo di 50 punti base per un periodo di tempo».

Era stata la Bloomber, a citare fonti secondo cui Francoforte ora va verso aumenti da un quarto di punto. In una settimana che era iniziata male proprio a Davos, con previsioni degli economisti raccolte dal Forum economico mondiale, e la tradizionale “survey” di PricewaterhouseCoopers, che dipingevano un quadro nero di recessione globale. Nel frattempo, si è incaricato il Fmi di smentire tanto pessimismo: economia “resiliente”.

E Olaf Scholz, il cancelliere tedesco, nel suo special address al Wef ha escluso categoricamente una recessione. Dalle imprese arrivano toni simili, «abbiamo capito che si può vivere senza gas russo», dice l’ad dell’Enel Francesco Starace, e col calo dei prezzi le previsioni macro migliorano.

Villeroy invita tutti a lasciarsi alle spalle gli anni di Draghi, quelli con tassi sottozero per combattere la deflazione che “non erano normali”

E anche le schermaglie politiche sembrano sopite nelle sale del Forum, dove l’Italia di governo ha fatto un passaggio fugace e minimalista. «Non mi aspetto che ci saranno gravi tensioni per gli aumenti dei tassi Bce», stempera la polemica il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni. Carlo Bonomi, il presidente di Confindustria, è più diretto: “no” è la risposta se siano da condividere gli attacchi del governo italiano. «Credo che la Bce abbia fatto il suo percorso, forse il problema siamo stati noi, non abbiamo fatto i compiti a casa, potevamo abbassare il debito, e non l’abbiamo fatto».

S&P si aspetta che il tasso sui depositi Bce, ora al 2%, tocchi un picco del 3% a marzo o maggio «e non vediamo la Bce tagliare i tassi prima della fine del 2024 a causa dell’inflazione persistente». Andrea Orcel, l’ad di Unicredit, non vede forti impatti sulla qualità del credito e ipotizza un rialzo da mezzo punto seguito da uno da un quarto. Ma avverte anche che qualche rischio c’è: dalla guerra in Ucraina e «non sappiamo quanto sarà l’impatto sull’economia di questo rialzo dei tassi». 

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