Il mercato si aspetta che il tasso di riferimento della Banca centrale europea inizi a flettere verso la metà del 2024, afferma Patrick Barbe, head of european investment grade fixed income di Neuberger Berman.
“Per la Bce, il suo programma di tassi di riferimento dipende chiaramente dall’evoluzione della componente core dell’inflazione”, precisa Barbe, suggerendo che un livello inferiore al 3% sembra essere la condizione per iniziare a ridurre i tassi.
“Il suo indicatore principale è il dato sulla disoccupazione”, aggiunge l’esperto, dove un aumento dovrebbe implicare una minore domanda delle famiglie e una riduzione dei prezzi al consumo.
“Riteniamo che la recessione dell’industria continuerà sulla scia delle incertezze sull’approvvigionamento energetico e del calo delle esportazioni”, puntualizza Barbe, mentre “le banche hanno segnalato un nuovo inasprimento degli standard di credito sia per le imprese sia per l’acquisto di case, pesando sull’attività”.
In queste condizioni l’esperto valuta un aumento del tasso di occupazione di circa lo 0,5% a fine anno, che giustificherebbe le previsioni del mercato.
“Ci aspettiamo che la Bce abbandoni il suo atteggiamento falco per passare a un messaggio di apertura, visto il nuovo deterioramento dell’attività”, conclude Barbe.








