L’inflazione in Italia ha mostrato un netto calo nell’ultimo anno (dopo il picco toccato in ottobre-novembre del 2022, a 11,8% a/a sul NIC e 12,6% sull’IPCA), ma resta superiore alla media dell’Eurozona. L’inflazione è attesa scendere bruscamente in ottobre (al 2,4% dal 5,3% di settembre sul NIC), per poi risalire nei primi mesi del 2024; successivamente è attesa una nuova fase discendente, sino al 2,2% alla fine dell’anno prossimo. I rischi su questo scenario sono verso l’alto e legati principalmente alla componente energia.
L’ampio calo previsto per l’inflazione italiana in ottobre è legato principalmente ad effetti base favorevoli sull’energia, i quali però invertiranno di segno successivamente (nella prima parte del 2024). In media annua l’inflazione energetica dovrebbe gradualmente rallentare dal 3,4% del 2023 all’1,7% del 2024, sino a dare un contributo nullo all’inflazione generale nel 2025.
Gli alimentari dovrebbero continuare a rallentare nei prossimi mesi, spinti al ribasso dalle quotazioni internazionali delle materie prime agricole e dai minori costi energetici, nonché da effetti base favorevoli destinati a cambiare direzione solo nella parte finale del 2024. La media annua dei listini nel settore è attesa passare dal 9,7% di quest’anno al 3,1% del 2024 e al 2,3% nel 2025.
Il rallentamento delle pressioni a monte della catena produttiva continuerà a contribuire al calo dei prezzi dei beni industriali non energetici, visti al 2,6% a fine 2023 e sotto il 2% già a partire dai primi mesi del 2024 (1,5% a fine 2024, 1% a fine 2025). La discesa dovrebbe essere più lenta e irregolare, invece, nei servizi, per i quali la decelerazione sarà significativa solo nella prima parte del 2024, sulla scia del minor vigore della domanda: l’inflazione media annua nei servizi è attesa passare dal 4,2% del 2023 al 2,8% del 2024 ed al 2,3% nel 2025.
Secondo le nostre previsioni, l’inflazione generale potrebbe calare bruscamente in ottobre, a 2,4% da 5,3% precedente sul NIC, e risultare poco variata negli ultimi due mesi dell’anno. L’indice dovrebbe tornare a salire all’inizio del prossimo anno, per poi scendere nuovamente nel 2° semestre, sino a raggiungere il 2,2% a dicembre 2024. L’inflazione calerebbe sotto la soglia del 2% solo nei mesi primaverili del 2025, prima di risalire lievemente nei mesi successivi. La discesa sarà più regolare per l’indice core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia), atteso al 2,3% a fine 2024 e sotto il 2% solo dal 2° trimestre 2025.
La guerra in corso in Israele aggiunge incertezza alle prospettive dell’inflazione. Gli effetti sono poco rilevanti nello scenario più probabile (che vede un conflitto ad alta intensità di breve durata). Viceversa, l’impatto sul costo dell’energia e quindi sui prezzi al consumo è rilevante negli scenari di rischio (conflitto locale ad alta intensità di maggiore durata o guerra su scala regionale). I rischi sullo scenario di inflazione restano dunque verso l’alto, dato che un eventuale rallentamento più accentuato del previsto dell’indice core, per via di un impatto più intenso della politica monetaria sulla domanda, potrebbe essere più che compensato da possibili nuovi shock sulla componente energia.








