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Istituto Ifo: anche le imprese tedesche perdono la fiducia a causa della crisi

Non c’è schiarita economica all’orizzonte, anche in Germania. Poco più di un quinto delle aziende tedesche ritiene infatti che la sopravvivenza delle attività sia a rischio a causa della crisi innescata dal coronavirus. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio effettuato dall’istituto Ifo di Monaco, che dal 1972 fa sondaggi sulla situazione economica corrente e dei 6 mesi successivi tra circa 7.000 esponenti nei principali settori dell’economia tedesca. È un “market mover” molto seguito perché considerato termometro dello stato di salute della prima economia europea. Nel dettaglio, a giugno, il 21% delle aziende intervistate ha evidenziato che gli effetti negativi della pandemia ne hanno messo in pericolo la sopravvivenza. “Potremmo assistere a un’ondata di insolvenze nei prossimi mesi”, avverte il ricercatore Stefan Sauer. Le aziende più colpite sono quelle fornitrici di servizi, il 27% delle quali si è classificato a rischio. Nello specifico la percentuale è al 18% nel commercio, al 17% nell’industria e al 2% nelle costruzioni. I più alti livelli di insicurezza sono stati registrati nelle agenzie di viaggio e tour operator (85%), negli hotel (76%) e nei ristoranti (67%). Inoltre, il 55% di coloro che lavorano nel settore creativo, artistico e dello spettacolo teme per il proprio lavoro in maniera strutturale. Nel dettaglio le percentuali si assestano al 50% nel trasporto navale e al 48% nel settore cinematografico. Nell’industria, sono stati principalmente i produttori e le aziende di trasformazione dei metalli a considerare il loro futuro incerto (53%). Seguono i produttori tessili (38%), l’industria tipografica (28%), l’industria della pelle (27%) e i produttori automobilistici e i loro fornitori (26%). Nel commercio infine il 21% dei rivenditori sono incerti sulla loro sopravvivenza. I grossisti hanno avuto un impatto minore, con il 15% che si ritiene a rischio.

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