Nel 2024 le patologie di origine professionale denunciate all’Inail sono salite a oltre 88mila, il dato più alto dal triennio 1976-1978, quando ne furono rilevate circa 80mila.
Emerge dalla Relazione annuale 2024 dell’Inail, presentata oggi a Roma.
Rispetto alle quasi 73mila del 2023, l’incremento è del 21,8%. Questo aumento conferma il trend in crescita registrato quasi ininterrottamente dal 2000, con l’unica interruzione del 2020 quando, a causa della pandemia da Covid-19, le denunce sono state circa 45mila, anche per l’oggettiva difficoltà di rivolgersi ai presidi sanitari per la raccolta della documentazione necessaria.
La crescita delle malattie professionali denunciate non è necessariamente conseguenza di un peggioramento delle condizioni di lavoro, ma può essere attribuita a una maggiore consapevolezza dei lavoratori e dei medici certificatori in merito alle coperture assicurative e al progressivo ampliamento del novero delle patologie riconoscibili.
Le denunce riguardano le malattie e non i lavoratori ammalati, che nel 2024 sono stati 58mila, in aumento del 18,7% rispetto ai quasi 49mila del 2023, dell’84,7% rispetto al 2020 e del 32,7% rispetto al 2019.
Per un singolo lavoratore afflitto da diverse patologie, infatti, possono risultare protocollate più denunce.
L’83,3% delle denunce presentate nel 2024 si concentra nella gestione Industria e servizi, il 15,8% in Agricoltura e lo 0,9% nel conto Stato.
Rispetto all’anno precedente, le denunce sono aumentate del 21,8% nell’Industria e servizi (73.640 casi), del 21,9% in Agricoltura (13.999) e del 13,9% nel conto Stato (745).
Nell’ambito dell’Industria e servizi, oltre la metà dei casi codificati è riferibile alle Costruzioni (circa 17mila denunce, pari al 29%) e al comparto manifatturiero (15mila, 26%), in particolare nella fabbricazione di prodotti in metallo e nelle industrie alimentari.
Seguono il Commercio (seimila casi), la Sanità e assistenza sociale e il Trasporto e magazzinaggio (circa quattromila ciascuno).
Nel 2024 il maggior numero di denunce si registra nel Mezzogiorno (32.674), seguito dal Centro (31.794) e dal Nord (23.916).
La Toscana è la prima regione per numero assoluto di denunce (13.698, pari al 15,5% del totale), seguita da Puglia (9.094) e Marche (7.716).
Le variazioni percentuali più rilevanti rispetto al 2023 si osservano, però, in Molise (+70,7%), Abruzzo (+40,4%) e Liguria (+40,2%).
Le patologie muscolo-scheletriche restano le più frequenti (63mila denunce, pari a tre casi su quattro codificati), con prevalenza di disturbi dei tessuti molli (epicondiliti, lesioni della spalla) e dorsopatie (ernie e degenerazioni dei dischi intervertebrali).
Seguono con 10mila casi (11,9%) le malattie del sistema nervoso (in particolare sindrome del tunnel carpale) e con oltre cinquemila denunce (6,4%) quelle dell’orecchio (ipoacusie e sordità).
I tumori (soprattutto mesoteliomi della pleura per asbesto e tumori maligni agli organi intratoracici) superano i duemila casi, così come le malattie respiratorie.
Il 73,9% delle malattie professionali denunciate riguarda gli uomini e il 26,1% le donne, percentuali rimaste costanti nel quinquennio 2020-2024.
Le patologie muscolo-scheletriche sono le più frequenti per entrambi i generi (73,7% per i lavoratori, 78,2% per le lavoratrici).
Le donne presentano una maggiore incidenza di malattie del sistema nervoso (17,1% contro 10,1%), mentre tra i lavoratori sono più diffuse le patologie dell’orecchio (8,4% contro lo 0,8%), i tumori (3,4% contro 1%) e le malattie respiratorie (3,1% contro 1%).
I disturbi psichici e comportamentali denunciati sono meno di 500 e distribuiti in modo simile (230 denunce per le donne, 218 per gli uomini).
In linea con l’andamento del fenomeno in generale, per i lavoratori stranieri si è registrato un incremento del 27,4% (maggiore di quello dei nati in Italia, pari al +21,3%), dalle 6.012 patologie lavoro-correlate denunciate nel 2023 alle 7.659 del 2024.
L’incidenza, in continua crescita, delle denunce dei lavoratori stranieri sul totale è passata dal 7% del 2020 all’8,7% del 2024.








