Dopo mesi di ottimismo, il panorama economico italiano ha improvvisamente cambiato direzione.
La Commissione Europea, nella sua ultima revisione, ha abbassato le previsioni di crescita del Pil.
Il dato per il 2024 è stato ridotto allo 0,7%, rispetto allo 0,9% previsto in primavera, con una crescita che dovrebbe proseguire a ritmi lenti anche nel 2025 (+1%) e 2026 (+1,2%).
Un quadro che appare ben più debole rispetto alle stime governative, alimentando ulteriori incertezze su un futuro che sembra sempre più impegnativo per il Paese.
Le cause di questa frenata sono molteplici e vanno dalle sfide interne alle dinamiche internazionali.
Tra le preoccupazioni maggiori, il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha indicato i rischi derivanti dalle possibili politiche protezionistiche degli Stati Uniti, minacciate dalla presidenza Trump.
Le tensioni sul commercio estero potrebbero aggravare la situazione di un settore industriale che già marcia a rilento, frenato dalle trasformazioni strutturali, dalla guerra in Ucraina e dalle catastrofi ambientali.
Anche il rallentamento nell’attuazione del PNRR contribuisce a opacizzare le prospettive future.
Se il Pil non cresce come previsto, a preoccupare i consumatori italiani è anche la ripresa dell’inflazione.
A ottobre, l’Istat ha rilevato una variazione nulla dell’indice dei prezzi al consumo, ma con un incremento dello 0,9% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, trainato principalmente da un aumento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+3,4%) e dei servizi di trasporto (+3%).
Seppur contenuti, questi aumenti potrebbero mettere sotto pressione i bilanci delle famiglie, già alle prese con la difficoltà di recuperare i consumi, ancora in stagnazione.
I beni alimentari, in particolare, sono tornati sotto la lente di ingrandimento.
Gli alimenti freschi non lavorati, come la frutta e la verdura, hanno registrato rialzi significativi.
La frutta fresca, in particolare, ha visto un aumento del 4,1% rispetto al mese precedente, mentre i vegetali freschi sono aumentati del 9,2%.
Questi rincari, dovuti a condizioni climatiche avverse che hanno devastato le coltivazioni in diverse regioni del Paese, potrebbero riflettersi ulteriormente sulle spese alimentari delle famiglie italiane, soprattutto con l’arrivo del Natale, periodo in cui si prevede un aumento dei consumi.
L’agricoltura, settore cruciale per l’economia italiana, sta pagando un prezzo altissimo per gli eventi climatici estremi.
Le alluvioni in Emilia Romagna e la siccità che ha colpito il Sud, in particolare la Sicilia, hanno messo in ginocchio la produzione agricola.
I danni stimati dalla Coldiretti per il 2023 superano gli 8 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 6 miliardi persi nei due anni precedenti.
A peggiorare la situazione, il maltempo ha impattato negativamente anche sui costi agricoli, con un aumento dei prezzi che si riflette direttamente sulle bollette delle famiglie italiane.
Mentre l’economia interna si scontra con una crescita fiacca e i consumi stagnano, l’export italiano ha mostrato segni positivi.
A settembre, le esportazioni sono aumentate dell’1,3%, con il settore alimentare in prima linea (+7,8%).
Tuttavia, su base annua, i volumi sono calati sia in valore (-2,2%) che in volume (-5,3%).
Tra i principali settori in crescita spiccano gli articoli farmaceutici (+15,2%) e i mezzi di trasporto (+15,1%), mentre alcuni settori tradizionali del Made in Italy, come autoveicoli e macchinari, hanno subito forti contrazioni.
Nonostante ciò, il saldo commerciale rimane positivo, con un surplus di 2.580 milioni di euro, rispetto ai 2.132 milioni dello stesso mese dell’anno scorso.
Sul fronte delle finanze pubbliche, la Commissione Europea ha rivisto al ribasso anche le stime relative al rapporto debito/Pil.
Il debito italiano, pur in calo rispetto alle previsioni precedenti, rimarrà comunque molto elevato: si prevede che raggiunga il 136,6% nel 2024 e il 139,3% nel 2026.
Questi dati, anche se meno gravi di quanto inizialmente previsto, evidenziano una situazione di difficoltà nella gestione delle finanze pubbliche, accentuata dall’effetto del Superbonus che continuerà a pesare sul debito nei prossimi anni.
Nel presentare le nuove stime economiche, Paolo Gentiloni ha sintetizzato la situazione dell’economia europea, sottolineando come, nonostante una moderata crescita, i rischi al ribasso e l’incertezza siano aumentati.
Il commissario europeo ha anche lanciato un monito sulla possibile svolta protezionistica della politica commerciale degli Stati Uniti, che, sotto la nuova presidenza Trump, potrebbe danneggiare gravemente le economie di entrambi i continenti.
La situazione in Italia, sebbene non così critica come quella di altri Paesi europei, è comunque segnata da una forte incertezza.
Gli scenari futuri, tra inflazione, maltempo e politiche internazionali sempre più rischiose, pongono sfide difficili per il governo italiano, che dovrà lavorare per sostenere la crescita e rafforzare la competitività del Paese.








