A quasi un anno dall’insediamento alla Casa Bianca – scrive Maurizio Molinari su Repubblica – Donald Trump ha aperto un nuovo fronte di guerra: nel Mar dei Caraibi per combattere contro i narcos e indebolire i leader regionali, in Venezuela e Colombia, a cui imputa di sostenerli. È uno scenario militare che scuote l’emisfero occidentale ma suscita opposizione a Washington: da parte dei leader democratici che accusano Trump di agire senza autorizzazione del Congresso e anche all’interno del Pentagono, dove il capo del Comando Sud si è dimesso all’improvviso, facendo trapelare il proprio disaccordo.
La campagna militare di Trump contro i cartelli della droga venezuelana inizia a settembre, quando informa il Congresso che l’America è in un «conflitto armato» contro i «narco-terroristi» che pongono «una minaccia imminente agli Stati Uniti». Esperti legali e leader dell’opposizione democratica a Capitol Hill obiettano che il presidente non ha l’autorità di ricorrere alle forze armate per operazioni anti-droga da sempre affidate ad agenzie di sicurezza federali, come Fbi e Dia, ma la Casa Bianca risponde che tali obiezioni svaniscono davanti alla decisione di classificare due cartelli della droga venezuelani — Cartel de los Soles e Tren de Aragua — come «organizzazioni terroristiche straniere» composte da «combattenti illegali», contro cui è legittimo per il presidente ricorrere al Pentagono, come nel caso di Al Qaeda e Isis.
Da allora abbiamo assistito a un’escalation da parte dell’amministrazione: Trump ha firmato un’autorizzazione segreta per poter colpire specifici cartelli, ha raddoppiato la taglia sul presidente venezuelano Nicolás Maduro portandola a 50 milioni di dollari perché «ha un ruolo diretto a sostegno dei narcos» e ha schierato una miniflotta della US Navy nel Mar dei Caraibi che ha messo a segno almeno sette attacchi contro barche e mini-sottomarini accusati di portare quantità di droga verso gli Usa. Il Segretario di Stato, Marco Rubio, è il più stretto collaboratore di Trump nel coordinare la campagna nel Mar dei Caraibi il cui intento dichiarato è indebolire strategicamente — se non rovesciare — Maduro.








