Sembra esserci un’accelerazione nel negoziato per trovare una via d’uscita al conflitto in Ucraina.
Nonostante lo scambio di accuse, insulti e minacce, l’incontro di Instambul tra le due delegazioni, pur rappresentate a livello intermedio, si è concluso con un’intesa per lo scambio di mille prigionieri per parte.
Se l’accordo verrà onorato, si potrà parlare di un piccolo, ma significativo passo in avanti.
La pressione su Putin esercitata da parte del quartetto dei “volenterosi” (Macron ,Merz,Tusk e Starmer) e dallo stesso Trump sta aumentando d’intensità.
Putin sembra tuttavia tergiversare e puntare a continuare la guerra, nella convinzione di poter lanciare una nuova offensiva con l’approssimarsi della buona stagione.
Non solo, ma il presidente russo non sembra ancora propenso a un incontro diretto con Zelensky che non vuole riconoscere come suo legittimo interlocutore.
Molto dipenderà dalla telefonata fra Trump e Putin.
Se il presidente americano manterrà un atteggiamento di fermezza sulla linea suggeritagli dai “volenterosi” è probabile che Putin acetti di sedersi al tavolo negoziale.
In caso contrario, dovremo attendere ancora molto tempo prima che le armi tacciano.
Intanto si muove discretamente anche la diplomazia vaticana che offre i suoi buoni uffici e le sue sedi per un’eventuale negoziato.
Le sorti del conflitto sembrano cosi dipendere in larga parte dal ruolo che giocheranno i due americani più famosi al mondo: Papa Leone XIV e Donald Trump.








