Dall’indagine condotta per Assolavoro emerge un quadro chiaro: il lavoro tramite agenzia è sempre meno percepito come soluzione temporanea e sempre più visto come una tappa strategica di crescita professionale.
Lo evidenzia Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, commentando i risultati dell’indagine durante l’assemblea dell’associazione: “Emerge l’immagine di un lavoratore molto consapevole della realtà del mercato, che considera il lavoro offerto dalle agenzie non solo come transizione, ma come possibile svolta per il proprio percorso professionale”.
Secondo Pagnoncelli, la domanda di formazione è molto elevata, e le agenzie per il lavoro vengono viste come opportunità concrete, anche per chi proviene da esperienze aziendali negative o è all’inizio del proprio percorso. “È confortante vedere una crescita del gradimento e una prevalenza di opinioni positive nei confronti delle agenzie”, ha osservato.
Tuttavia, resta ancora da fare un lavoro di chiarificazione: “Non tutti conoscono il concetto di lavoro somministrato. È un problema in parte terminologico, ma serve anche contenuto: le persone si aspettano giustamente non solo retribuzione e stabilità, ma anche crescita professionale, e tutto questo è legato al tema della formazione”.
Un altro tema centrale è quello della sicurezza e dell’autonomia economica. “Due giovani su tre, tra i 18 e i 35 anni, vivono ancora nella famiglia d’origine. Questo ha un impatto forte sull’economia e sulla demografia del Paese”, ha evidenziato Pagnoncelli.
Infine, cresce l’attenzione al bilanciamento tra vita e lavoro, un’esigenza che si è intensificata dopo la pandemia: “Il work-life balance è sempre più centrale, e non riguarda solo i giovani. L’intera popolazione aziendale guarda con crescente interesse a questo equilibrio”.
Tutti elementi, conclude Pagnoncelli, che rendono le agenzie per il lavoro una risorsa fondamentale per i giovani – e non solo – nel nuovo mercato del lavoro.








