L’Italia punta a fabbricare le batterie di Stellantis. Sarebbe questa l’intenzione del governo, che nel Pnrr ha inserito uno stanziamento di 600 milioni di euro per la costruzione di una gigafactory. Secondo Reuters, Roma vorrebbe coinvolgere nel progetto uno o più attori privati in modo da superare il miliardo di investimenti. E in questa direzione, il candidato numero uno, per storia, infrastrutture e legame industriale con il Paese, sarebbe proprio la casa nata dalla fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot.
I colloqui tra governo e Stellantis
Nei mesi scorsi, si sono intensificati i colloqui tra rappresentanti del governo e manager di Stellantis, ampliando l’invito anche a esperti di Total, major con cui Psa ha stretto la joint-venture Acc e costruito due fabbriche di batterie, una in Francia e l’altra in Germania. L’intenzione del colosso automobilistico, secondo quanto scrive MF, sarebbe quella di costruire altre fabbriche di batterie in Europa, per centrare gli obiettivi di elettrificazione fissati al 2030. Una necessità che però non prevede certezze su quali Paesi rientreranno nella scelta.
La gigafactory italiana
Nei piani del governo, la gigafactory italiana dovrebbe avere una capacità produttiva di circa 37 GWh annui e occupare quantomeno 500 persone. Essendo già sede del Battery Hub, il polo di Mirafiori di Torino pare il candidato più logico a ospitare la fabbrica di batterie di Stellantis. Non sono tuttavia da escludere altri siti come Melfi o Cassino, assecondando la volontà del governo di sviluppare l’industria al Sud. Resta però tutta da verificare la volontà di Stellantis di entrare nel partenariato e i tempi potrebbero essere tutt’altro che brevi. La collazione delle gigafactory è infatti strettamente legata al piano industriale di Stellantis, atteso entro la fine dell’anno. Quindi la decisione dipenderà, oltre che dall’effettiva disponibilità di fondi pubblici, ma anche e soprattutto dalle produzioni e dagli investimenti che il gruppo destinerà all’Italia nel lungo termine, seguite con grande attenzione dai sindacati e dal governo.
I sindacati
E proprio a riguardo, il prossimo 15 giugno, il ministero dello Sviluppo Economico ha convocato un incontro con Stellantis e le organizzazioni sindacali alla presenza anche del ministro del Lavoro. «Porteremo le nostre proposte per salvaguardare l’occupazione e la produzione di auto e dei suoi componenti e servizi in Italia nella transizione industriale verso l’elettrico», ha sottolineato una nota della Fiom-Cgil. Secondo la Fim-Cisl, è importante che «vengano fornite rassicurazioni sulle decisioni in corso di valutazioone da parte del gruppo, evitando smantellamenti e ridimensionamenti della capacità produttiva installata nei siti italiani».
Peugeot e Citroen sottoinchiesta per il “Dieselgate”
Intanto, dopo Volkswagen e Renault, anche Peugeot e Citroen sono finite sotto inchiesta in Francia per il Dieselgate. Il tribunale di Parigi sta infatti indagando per frode ai consumatori in merito alla vendita in Francia di veicoli diesel Euro 5 tra il 2009 e il 2015. Si sospetta che le due case abbiano utilizzato dei software in grado di ridurre le emissioni soltanto nel corso dei test d’omologazione. A questo proposito Peugeot dovrà pagare una cauzione di 10 milioni di euro (8 milioni per potenziali sanzioni e danni e 2 milioni a garanzia della rappresentanza della società in tribunale) e fornire una garanzia bancaria di 30 milioni dedicata al potenziale risarcimento dei danni, mentre per Citroen la cauzione sarà di 8 milioni e la garanzia di 25 milioni.








