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Il gioco dei tassi è comandato dalla FED, la BCE fa scelte obbligate | L‘analisi

“Francoforte ha tenuto il punto. D’altra parte cosa poteva fare?

Chi governa il gioco è la Federal Reserve americana che continua ad alzare i tassi.

Anche per cercare di stabilizzare i cambi e limitare di incrementare l’inflazione importata non credo che la Bce potesse fare altro”.

È l’opinione di Giovanni Tria, ex ministro dell’Economia nel governo Conte I, in merito al rialzo dei tassi di 50 punti base, deciso ieri dalla Bce guidata da Christine Lagarde, intervistato da ‘La Stampa’.

Quanto allo scenario internazionale alla luce delle scelte della Fed in Usa e del crac della Silicon Valley Bank e alle difficoltà del Credit Suisse, l’ex ministro Tria analizza che “In realtà quando i tassi salgono, le banche fanno più affari: basta vedere gli enormi profitti registrati l’ultimo anno dalle banche italiane.

Gli istituti casomai si lamentavano quando i tassi erano negativi.

Che ci fossero problemi per il Credit Suisse era noto, la Silicon Valley Bank ha pagato scelte di conduzione.

Certo, alzando i tassi si tende a deprimere i valori obbligazionari che fanno parte del patrimonio delle banche.

Però la normalità non sono i tassi negativi, tanto più che quelli reali, considerando cioè l’inflazione, lo sono tuttora. La realtà è che la Bce è stata lasciata sola”.

Per Tria infatti “la zoppia europea consiste nel fatto che c’è una politica monetaria ma non esiste una politica di bilancio comune.

L’Europa appare sempre più divisa. Chi oggi deve frenare l’inflazione, o la deflazione prima e durante la pandemia, è sempre e solo la Bce.

Questa è la distorsione europea. Manca uno strumento di politica economica per controllare la domanda.

Strumento che permetterebbe alla politica monetaria, meno selettiva negli effetti sull’economia reale, di essere meno rigorosa”.

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