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Il filo delle regionali è il trionfo dell’Italia anti moralista | L’analisi di Claudio Cerasa

A guardar bene il filo delle Regionali è il trionfo ‘anti moralista’. Ne parla Claudio Cerasa sul Foglio dopo gli esiti di Marche, Calabria e Toscana:

“Se si vuole davvero provare a giocare con le regionali, sia quelle che si sono già disputate sia quelle che si devono ancora disputare – scrive – non si farà fatica a trovare un filo conduttore più credibile, persino formidabile, che è il risultato di una serie di dettagli che si possono facilmente mettere insieme e che ci restituisce un’immagine del nostro paese che spesso sfugge al dibattito pubblico: il trionfo dell’Italia anti moralista.

Le elezioni toscane, da questo punto di vista, hanno offerto diverse ragioni per rintracciare impronte dell’Italia anti moralista. Ha vinto Eugenio Giani, intanto, che il campo largo ha candidato nonostante la contrarietà iniziale dei re del moralismo, ovvero il M5s.

La Toscana, poi, è anche la regione in cui il flop di Vannacci, responsabile della campagna elettorale della Lega, arrivata al 4,5 per cento, ha offerto altre ragioni per aumentare il buon umore di chi sogna di avere una politica meno estremista.

E prima della Toscana, poi, l’anti moralismo si è affermato in altri casi.

In Calabria, per dire, dove ad aver vinto le elezioni è stato un candidato di centrodestra, Roberto Occhiuto, che si è dimesso a seguito di un’indagine a suo carico.

La campagna giustizialista mossa contro di lui dal campo largo non ha avuto successo, e in fondo la Calabria non ha solo premiato Occhiuto ma, a proposito di moralismo, ha rifilato due sganassoni anche al modello Tridico, suo rivale, che ha provato a conquistare voti a colpi di reddito di cittadinanza e bollo auto gratis.

Prima della Calabria, ancora, è stato il caso delle Marche, dove il Pd prima ha dato prova di anti moralismo candidando un politico indagato, Matteo Ricci, sostenuto nonostante l’indagine a suo carico anche dal M5s, poi però, altra grande scena, i marchigiani non hanno abboccato alla vuota retorica pro Pal suggerita dal campo largo.

Respinti con perdite anche qui.

E chissà che i prossimi mesi – conclude – non ci regalino altre perle di anti moralismo da sballo, a partire per esempio da quella Campania, dominata dal formidabile anti moralista Vincenzo De Luca, costretto sì a sostenere il protogrillismo moralista di Roberto Fico”.

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